La sala giochi di Calolziocorte
L’Amministrazione comunale di Calolziocorte, guidata da Paolo Arrigoni e contraddistinta da un inedito connubio elettorale tra leghisti, brambilliani e finiani (escluso il Pdl), si trova dinanzi ad un bivio. Ha appena ristrutturato la piazza del centro, piazza Vittorio Veneto. Ha speso faccia e denaro pubblico, oltre due milioni di euro. La promessa della “riqualificazione”, però, rischia di non esser affatto mantenuta. Costi altissimi, discutibile progettazione e scarsa programmazione hanno consegnato di fatto alla cittadina una sorta di deserto d’asfalto. Come risolvere l’annosa questione? La risposta è semplice: per “rivitalizzare” il grigiore bisogna aprire una sala giochi (secondo i finian-leghist-brambilliani, ovviamente).
E’ il novembre del 2009 quando il Consiglio Comunale di Calolziocorte approva il “Regolamento per l’apertura e la gestione di sale gioco”. Sette pagine, tre titoli, tredici articoli.
Poco più di un anno dopo, nella metà del dicembre ’10, lo Sportello Unico per le Attività Produttive propone una modifica al Regolamento stesso.
Il “Responsabile del procedimento” è il dottor architetto Ottavio Federici. Il relatore in Assemblea è l’Assessore al Commercio, Luca Caremi (orbita Futuro e Libertà). La proposta di modifica va a riformulare l’articolo 7, “svolgimento delle attività”, al comma 9: d’ora in poi “per le attività di somministrazione di alimenti e bevande si applica quanto stabilito dalla normativa vigente”.
Durante il Consiglio Comunale del 20 dicembre, l’Assessore Caremi giustifica la sostituzione in ragione di un “adeguamento normativo”, riportandolo nella proposta di delibera.
Ciò che Caremi non aggiunge, però, è che dal settembre ’10 è pervenuta una richiesta di parere preventivo (1/09) e di rilascio della licenza per l’apertura di una sala giochi in Piazza Vittorio Veneto a Calolziocorte (24/09).
Una richiesta, quella di Nicola Vanoli, molto precisa; specialmente nel passaggio del “consumo di alimenti e bevande”. Vanoli, infatti, informa gli Uffici – siamo al 24 settembre ’10 – dell’intenzione di “poter dare la possibilità di consumare alimenti e bevande senza collocare distributori automatici al fine di realizzare all’interno dei locali una attività di livello piuttosto elevato che non sarebbe ottenibile con il posizionamento di distributori automatici; l’attività in generale sarà comunque affidata in gestione a persone e società che già lavorano e possiedono attività di ristoranti e bar di livello elevato nel centro di Lecco”.
Nella relazione allegata, poi, Vanoli fa riferimento alla “distanza dai luoghi sensibili”, disciplinata dal Regolamento all’articolo 5 lettera d).
Stando alle regole del Comune, infatti, un’eventuale sala giochi dovrebbe esser collocata a non meno di 300 metri di distanza da scuole, luoghi di culto, ospedali e – si presti attenzione – “altri locali destinati all’accoglienza a carattere stabile o comunque continuativo di persone per finalità educative o socioassistenziali”.
Il primo ottobre, inoltre, Vanoli chiede la modifica degli orari di apertura e chiusura. Non più dalle 13 alle 21,30, come disciplinato dall’articolo 7 comma 3), bensì dalle 8 alle 24.
Incassato l’ok dal Comandante della Polizia Locale di Calolziocorte, dottoressa Costanza Cremascoli, lo Sportello Unico per le Attività Produttive, nella persona del Responsabile Sonia Airoldi, comunica il “parere preventivo favorevole” a Vanoli. E’ il 27 ottobre ’10. Il nulla osta conclude: “si precisa inoltre che la relativa autorizzazione all’apertura della sala giochi sarà rilasciata non appena saranno ultimate le necessarie opere edilizie presso l’unità immobiliare e verrà trasmessa allo scrivente la relativa documentazione”.
Praticamente isolato nel torpore del Consiglio Comunale, purtroppo o per fortuna, c’è il consigliere Corrado Conti, del gruppo “Uniti per Calolziocorte”. Insospettito dalla fretta, quattro giorni dopo la lacunosa relazione di Caremi (siamo quindi al 24 dicembre ’10), Conti richiede chiarimenti agli Uffici competenti riguardo quella “voce” insistente di una prossima apertura di una sala giochi in piazza Vittorio Veneto.
Riscontrata la scarsa trasparenza e l’irritualità della procedura (la richiesta di parere di Vanoli è rimasta sconosciuta alla Commissione Territorio – prima – e al Consiglio Comunale – poi), il primo gennaio 2011, Conti domanda la convocazione della competente Commissione.
I punti sollevati – al netto della più che condivisibile critica politica della scelta di piazzare un’attività certamente non edificante (seppur per alcuni redditizia) e per alcuni versi soggetta a fortissimi interessi della ‘ndrangheta – sono fondamentalmente quattro:
1) perchè la richiesta di Vanoli è rimasta “sotto traccia”?
2) perchè tutta quella fretta, ad oltre un anno dal Regolamento (novembre ’09) e soltanto dopo la sconosciuta (all’Assemblea) richiesta di Vanoli?
3) perchè, pur essendo distante assai meno di 300 metri dall’eventuale sala giochi, la biblioteca comunale non è stata ritenuta un “centro educativo”?
4) chi sono quelle “persone e società che già lavorano e possiedono attività di ristoranti e bar di livello elevato nel centro di Lecco” a cui Vanoli dice di voler affidare “l’attività in generale”?
La Commissione Territorio viene fissata per martedì 18 gennaio 2011. Il Sindaco Arrigoni non c’è; si trova all’inaugurazione dell’atelier di moda (abiti da sposa) di Antonio Riva a Lecco. “Il tema mi interessa relativamente (quello della sala giochi, nda) e poi qui ci lavora mia moglie”, dirà a caldo. Sui primi due punti sollevati da Conti non son giunte risposte. Sugli altri sì, non si sa quanto volutamente. Secondo l’Amministrazione di Calolziocorte, forte – si far per dire – di un “parere legale orale”, la biblioteca cittadina non è un “centro educativo” bensì “culturale”. Dunque che la sala giochi sia troppo vicina, secondo la maggioranza, non è un particolare rilevante. Discorso diverso, invece, per le “persone e società” a cui Vanoli vuol affidare l’attività. “D’altronde non può essere uno e trino”, sottolineerà a margine del sobrio party il Sindaco Arrigoni. Durante la Commissione è intervenuto anche tal Alessandro Trentin, in compagnia di quel che lui stesso ha presentato come suo “socio”, tale Simone Croci.
Pur senza fare il nome della società che prenderà in gestione “l’attività in generale”, il duo Trentin-Croci ha dichiarato che “i venticinque giochi” della sala verranno forniti dalla società “Nessi Games Srl” di Castello Brianza.
La società che prenderà le redini della sala giochi, invece, riteniamo di poter individuarla con certezza nella “Million Dollar Srl”.
Quest’ultima, costituita il 29 ottobre scorso e iscritta alla Camera di Commercio il 9 novembre (casualità!), ha sede legale in via Belfiore 31/D a Lecco e per oggetto sociale ha, tra gli altri, “l’esercizio di sala giochi con posizionamento di apparecchiature elettroniche ed elettromeccaniche da intrattenimento, di videogiochi e di slot machines; la somministrazione di alimenti e bevande”.
Il “livello elevato” promesso da Vanoli discende presumibilmente dal fatto che Trentin ha un’attività di ristorazione a Lecco, in via Pescatori, chiamata “Studio 54”, ed una passata, il “Bar Kristal” di via Cavour. Croci, salvo la società “Immobil Lario” di via Fratelli Rosselli a Lecco, deve aver maturato da poco questo tipo di vocazione imprenditoriale. Liberissimo, a patto che non si arrabbi! L’ultima volta ci diede dei “merdosi ipocriti” degni di una “città di merda” (vedasi il commento apparso su www.quileccolibera.net a nome Simone Creoci – ci fu un errore di battitura). Allora si parlava di Franco Poerio, tutta un’altra storia.
In attesa della decisione della Giunta calolziese – un po’ leghista e un po’ finiana – ci scusiamo per la lunghezza. Tanto vi dovevamo.
Duccio Facchini
Qui Lecco Libera
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