“Leggerezze”, Metastasi e la famiglia Stucchi
Ecco la replica alla famiglia Stucchi degli autori di Metastasi, Nuzzi e Antonelli, pubblicata su Cado in Piedi.
Crediamo sia un dovere pubblicare questa drammatica lettera frutto di un dolore lacerante che le dichiarazioni di Giuseppe Di Bella presenti nel nostro libro hanno prodotto. E in effetti per la specifica vicenda del sequestro Stucchi abbiamo commesso una leggerezza a riportare il racconto di questo collaboratore basato solo su affermazioni de relato. Quindi nell’avergli dato credito ritenendolo credibile anche quando racconta cose sapute da terzi e non solo su quanto afferma di aver visto, sentito o fatto in prima persona come nel resto del saggio. In particolare, questo racconto è basato su confidenze che Di Bella dice di aver ricevuto da Francesco Coco, cugino del boss Coco Trovato in un bar durante una partita di biliardo.Tali affermazioni non sono avvallate da fatti o da riscontri ne da altre testimonianze.
E’ quindi d’obbligo rivolgere le nostre scuse alla famiglia Stucchi ed in particolare alla memoria della signora Giovanna Donizetti la cui onestà e onorabilità non avremmo dovuto ne voluto macchiare e che certo non si sarebbe meritata dopo il dolore già provocato dalla tragica scomparsa del marito questa nuova e ingiustificata sofferenza.
Non siamo invece d’accordo sul ruolo marginale che si vuole ritagliare a Di Bella. Certo, non era battezzato, né calabrese ma la provata appartenenza all’organizzazione per un quarto di secolo e, ancor più, il rapporto amicale costruito fin dalla giovinezza con il boss Franco Coco Trovato, e confermato in numerose sentenze, rendono la sua posizione privilegiata nell’organizzazione. Tanto che il suo contributo è stato ritenuto per alcuni magistrati, come il pubblico ministero Galileo Proietto, “determinante” nella soluzione di articolate indagini e processi. Anche se quando un pentito dice una, due, tre, cento verità non è detto che le dica sempre e ogni volta.
Claudio Antonelli e Gianluigi Nuzzi
Qui Lecco Libera
Tardivo. Bisogna pensarci prima di scrivere, non dopo. Povera Italia…