‘Ndrangheta a Lecco: la nuova vita del bene confiscato a Torre de’ Busi

“Destinare e utilizzare i beni confiscati significa dare un contributo nella direzione di contrastare la criminalità organizzata”. Con queste parole il Prefetto di Lecco, Marco Valentini, celebrava lo scorso 26 gennaio la stipula del protocollo di intesa sulla “destinazione ed utilizzo” del bene confiscato presente nel Comune di Torre de Busi. La vicenda, emersa a seguito della nostra denuncia pubblica mediante un video del luglio ’10, ha da tempo assunto le caratteristiche della farsa. Un bene di 500mq confiscato dal ’96 abbandonato a se stesso e comodamente occupato da non si sa chi. Un rustico libero, non gravato da ipoteche, che ospita oggetti d’arredo, disegni di bambini datati luglio ’10, un garage rimesso a nuovo con dentro pure una Audi sportiva. La stessa auto che da lì a pochi mesi verrà fotografata nel cortile dell’antistante carrozzeria. Casualità. Nel quadretto si inseriscono poi Istituzioni del tutto assenti, a tratti disinteressate, certamente ritardatarie. Basti pensare al Sindaco di Torre de Busi, Eleonora Ninkovic. Posta di fronte al problema ha reagito un po’ come la Dc manniniana negli anni del Pool: “state diffamando il paese”.

Dopo mesi di rimozione del problema, con la Prefettura in prima linea, ecco raggiunta la “soluzione” del problema. L’immobile di via Sonna passa dall’Agenzia Nazionale dei beni confiscati alla Regione Lombardia e dunque all’Aler. La riconversione prescelta per il bene è quella di alloggi popolari. 350.000 euro di spesa, quattro appartementi, garage e cantine. Ciliegina sulla torta una targa commemorativa del bene. “Nel giro di pochi mesi, nel giro di novanta giorni”, prometteva soddisfatto il Prefetto, “l’Aler avvierà praticamente i lavori per la ristrutturazione di questo bene”. Anche i vertici dell’Aler assicuravano tempi rapidi: “L’immobile verrà realizzato si presume a partire da aprile partiremo con i lavori”.

Passata l’ubriacante gioia mediatica, raggiungiamo domenica 3 luglio. Centocinquantotto giorni dopo l’accordo.

Come procedono i lavori dell’Aler, fiore all’occhiello dell'”artefice” Marco Valentini? La targa è bene in vista? Le fotografie che sotto riportiamo mostrano ancora una volta le precarie condizioni del bene confiscato. Con alcune (gravi) differenze rispetto allo scorso luglio. L’impressione è che qualcuno abbia svuotato l’immobile. Questo qualcuno ha sfondato le deboli porte, sradicato l’orticello ben curato, scaraventato un bidone nel cortile, portato via alcuni oggetti (non tutti), sventrato il garage. Non dubitiamo che l’abbia fatto chi di dovere e non i precedenti occupanti (perché penalmente perseguibili). Ai firmatari dell’accordo chiediamo: 1. Perché i lavori sono fermi? 2. Perché la damigiana che prima era nel rustico ora si trova nel cortile della carrozzeria? E’ una copia? E’ la stessa? Se sì, è stata restituita ai legittimi proprietari? Dunque i proprietari sono i titolari della carrozzeria? Dunque loro occupavano l’immobile? Sono stati denunciati per “invasione di edifici” come noi di Qui Lecco Libera lo scorso settembre? 3. Perché il materiale di scarto risultante dalla demolizione di una parte del garage si trova nel cortile della carrozzeria? 4. Stesse curiosità rispetto all’imbuto, al secchio di colore bianco e al cestone nero. Sono delle copie o sono gli originali? Chi li ha tolti? Chi li ha portati ai titolari della carrozzeria? 5. Che tipo di interventi sono stati realizzati all’interno dell’immobile (salvo restituire o far prelevare ai legittimi proprietari, senza alcun sequestro pare, gli oggetti dell’occupazione)?

Certi di una celere e trasparente risposta,
restiamo in attesa di una seconda denuncia per “invasione di edifici”, giusto per non perdere l’abitudine.

Duccio Facchini
Qui Lecco Libera

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