“Old Wild West”: aggiornamenti e dettagli
L’immagine pubblicata in testa all’articolo potrebbe trarre in inganno.
Infatti i colpi esplosi tra domenica 15 e lunedì 16 gennaio contro le vetrate del locale “Old Wild West” di Lecco, zona Rivabella, non sarebbero due bensì quattordici. Ognuno di questi partito probabilmente dalla stessa arma. E ciò modifica non di poco il precedente scenario tracciato, ovvero due armi impugnate da soggetti diversi. La dinamica e la traiettoria descritta dai colpi arrivati a destinazione sembrerebbe – il condizionale è d’obbligo – descrivere una insolita “camminata” a passo cadenzato: da un lato all’altro, con l’arma saldamente in pugno. Con una apparente tranquillità, data la collocazione dell’esercizio e l’orario (tra le 4.00 e le 5.00?).
Il particolare più importante, fuoriuscito dall’estremo e legittimo riserbo che caratterizza le indagini, è quello relativo al calibro dell’arma utilizzata per il gesto – comunque lo si voglia osservare intimidatorio e preoccupante. Al contrario di quanto ritenuto inizialmente, infatti, i proiettili non sarebbero affatto di piccolo calibro (7,65) ma di un grosso calibro militare. Sembrerebbero proiettili “parabellum”, per intendersi. Arnesi capaci di bucare, senza crepare in maniera evidente, le vetrate dell'”Old Wild West”.
In città le voci si accavallano. C’è chi si stupisce, chi se ne frega e chi si stupisce di chi si stupisce.
Un avvertimento? Un gesto di un delinquente, ben munito e ben armato? Un atto intimidatorio, di ‘ndrangheta? ‘Ndrangheta lecchese o ‘ndrangheta proveniente da “fuori provincia”, interessata forse a gettar discredito su un esercizio poco gradito? La ‘ndrangheta lecchese avrebbe interesse ad attirarsi attenzioni potenzialmente sgradite e fastidiose? Un cliente deluso e su di giri o un avversario d’affari un po’ sanguigno potrebbero mai anche solo pianificare un gesto di questa gravità?
Sono tutte supposizioni che è lecito elaborare ma altrettanto consigliato vagliare.
Cercheremo, nel nostro piccolo, di farlo.
Qui Lecco Libera
Non soffermiamoci sulle apparenze , il fatto del Wild west è solo parte della voragine che inquina la nostra aria,fra politica e mafia c’è un legame forte , forse non ci siamo accorti o non lo vogliamo vedere ma i locali sotto il controllo della mafia sono più di quelli che sembrano.
Prestanome e faccendieri ,aiutanti vanno puniti alla stessa maniera dei mafiosi stessi.
E lo stato che fà? Dov’è ? Rincorre i ragazzi il sabato sera per togliere patenti o controllare se hanno qualche spinello in tasca?
Non mi meraviglio che la mafia non si possa debellare , visto le armi spuntate che ha e le poche risorse.
La legge dice che se hai subito condanne non puoi più avere un locale pubblico e la andrebbe estesa ai parenti più stretti, se fosse così si potrebbe risolvere uno dei problemi riguardante i casi di casa nostra, ( il figlio di tizzio ha aperto il ristorante a…… Il figlio di caio ha aperto la lavanderia a…… )
ma sarebbe incostituzionale…
Ho letto e sono rismato senza parole per la sorpresa! Ho pensato a Ilda Bocassini come il Giovanni Falcone redivivo!