Targa repubblichina, l’ennesimo rinvio

Ancora una volta, grazie a reciproche responsabilità da addebitare a maggioranza e minoranza consiliare (la prima per manifesta incapacità, la seconda per manifesta strafottenza), il più che ragionevole Ordine del giorno Venturini-Magni, avente per oggetto la rimozione della stolta targa al Rigamonti Ceppi, è scivolato nel buio di un’attesa snervante.

Di più. Grazie ad una capriola del consigliere Pd Rizzolino, il quale ha convinto i primi firmatari a depotenziare l’Odg di partenza, il testo originario è stato sostituito con un “emendamento integralmente modificativo” (lo trovate in testa), teoricamente gradito ai Democratici.

Bilancio finale: una quindicina di ragazzotti “vicini” al consigliere Pasquini (Pdl, ex An) con volti tirati e saluto da legionari; un’ora di sospensione della seduta nella speranza che il Pd ritrovasse un briciolo di direzione; coretti “Tanzania Tanzania” all’indirizzo di Roberto Castelli; litigata pubblica tra il Sindaco Brivio e il consigliere Pd Angelibusi; l’assessore regionale De Capitani, cacciato nel listino con Minetti e compagnia, che sbraita “cretino!” all’indirizzo di Alessandro Magni (Prc-Sel).

Chicca da collezione: il coordinatore provinciale del Pdl, Mauro Piazza, esperto in Ipad, dopo aver giocato a nascondino (approfittando di una maggioranza solida quanto la difesa del Novara, con tutto il rispetto), prende parola solennemente e, per strizzar l’occhio a qualche ultras dalla lamentela facile e qualunquista (“siete pagati, vergogna”), annuncia: al prossimo Consiglio comunale “per evitare di passare per pazzi” dobbiamo rinunciare al gettone di presenza.
Pazzi no, disarmanti sì.

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