Piano cave: rimandato a settembre il consiglio provinciale, violate le regole

“Le istanze, petizioni e proposte per essere esaminate dall’organo competente devono essere presentate in forma scritta, con firma autenticata nelle forme di legge da almeno cento (100) cittadini. Il Presidente, la Giunta o il Dirigente rispondono con provvedimento motivato, secondo la loro competenza, entro 60 giorni dal loro deposito. Il Consiglio Provinciale, previo esame da parte della Commissione permanente dei Capigruppo, le discute entro 90 giorni dal deposito e le accoglie o respinge dandone adeguata motivazione”.

Recita così l’articolo 20 bis, comma 1, dello Statuto provinciale. Il titolo è il quarto: istituti di partecipazione.

Come il Comune di Lecco (per la vicenda del registro dei testamenti biologici), anche la Provincia viola le regole statutarie che essa stessa si è data. Nonostante 500 e più firme raccolte, vidimate, autenticate e protocollate rispettando tempi e modi, c’è chi concepisce il proprio dovere come un elastico potere discrezionale. Ed è interessante rilevare come la partecipazione disinteressata della cittadinanza venga percepita come un fastidio in maniera perfettamente trasversale, almeno nella nostra realtà.

Nessuna risposta da parte della Giunta, entro i 60 giorni previsti. Nessuna risposta dal Consiglio provinciale, fissato per il 30 luglio ma scivolato a settembre, oltre il termine dei 90 giorni.

Attendiamo settembre.

Qui Lecco Libera

2 pensieri riguardo “Piano cave: rimandato a settembre il consiglio provinciale, violate le regole

  • 25 Luglio 2012 in 09:11
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    A questo punto la riunione in Provincia del 31 luglio inerente la seduta intermedia della conferenza di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) resta convocata e si terrà ugualmente, ignorando la raccolta di firme e la proposta alternativa presentata da Qui Lecco Libera?

  • 26 Luglio 2012 in 09:37
    Permalink

    Sì, resta convocata regolarmente.

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