“Io, spaventata da tanta violenza”
Gentile direttore,
abbiamo letto l’accusa rivolta dalla signora Elisi alla ricostruzione dei fatti accaduti venerdì scorso, in occasione della visita lecchese del governatore Formigoni. “Menzogna e faccia tosta” che, secondo l’autrice, interessa il Vostro giornale quanto il nostro sito. Cercheremo di alleviare lo spavento della signora ricordandole -data la sua presenza- fatti incontestabili. Non è vero che “una trentina di persone inferocite” hanno attaccato “fisicamente” un politico. Prima di tutto perché, se fosse accaduto, queste sarebbero state identificate e debitamente sanzionate. In secondo luogo perché l’attacco non era fisico quanto dialettico: confondere i due piani, trasformando la spavalderia di un bell’attore -come ben descritta da Maura Galli su questo giornale- in persecuzione fisica, è strumentale. Non è vero poi che si è mancato di rispetto alle forze dell’ordine, anche in questo caso per un motivo molto semplice, sfuggito all’autrice. Gli agenti presenti, salvo il funzionario videoripreso che ha strattonato una signora di sessant’anni rea d’aver forzato il blocco pidiellino all’ingresso della sala blindata (a proposito di violenza), al termine della contestazione, erano indignati tanto quanto i “feroci” e “violenti” ragazzi di Qui Lecco Libera. E non per quella “arroganza” o “maleducazione” della parte peggiore del Paese -noi- inventate dall’atterrita Elisi, quanto per l’irresponsabile gesto di Formigoni di percorrere a piedi via Ongania, provocando con gesti e strattoni le persone tenute all’esterno della sala. Su una cosa siamo d’accordo, anche se interessati indirettamente: il tentato spintone -seppur inconsistente- è un gesto sconsiderato, privo di senso e controproducente. Non esiteremo a farlo presente all’autore, un semplice cittadino che ovviamente non appartiene al nostro movimento (chi dovesse affermare il contrario ne risponderà nelle dovute sedi). Non soffriamo di coerenza a targhe alterne: a differenza di chi, abituato a chiudere gli occhi dinanzi a pacchetti di voti mafiosi, nomine lottizzate o gestione clientelare del potere, s’indigna a comando, garantendo lunga vita al “peggio” cui dovremo prepararci.
Qui Lecco Libera
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