Giovedì, presidio per l’acqua
Giovedì 20 dicembre, la Conferenza dei Sindaci dell’Ato idrico della provincia di Lecco compierà un atto fondamentale, che potrà avere riflessi irreversibili per qualche decennio, sulla vita economica e sociale di ciascuno di noi, in particolare sul nostro senso di comunità e di convivenza che non può che essere intrecciato alla presenza di beni comuni, come l’acqua, che del fare comunità sono uno dei leganti fondamentali rimasti.
Si tratterà insomma di decidere su come verrà gestito il Servizio Idrico, dell’acqua che beviamo e di come la depuriamo per reimmetterla pulita nel nostro ambiente di vita.
Un fatto che avrà riflessi immediati sulle nostre tasche attraverso il sistema delle tariffe, soprattutto se queste ultime e il sistema di gestione diventeranno un modo di fare profitti, strumentalizzando un bisogno fondamentale e un diritto universale.
I Sindaci, se vogliono essere fedeli al risultato del Referendum, che ha visto la maggioranza assoluta degli italiani non solo parteciparvi, ma anche dire SI, devono chiaramente pronunciarsi e dichiarare che vogliono la gestione pubblica dell’acqua nelle forme della società in house oppure, e preferibilmente, della azienda di diritto pubblico (Azienda Speciale Consortile), che è la modalità più coerente con il risultato del referendum, poiché fa sì che l’acqua resti, in modo irreversibile, un servizio pubblico, sottoposto al controllo democratico e partecipato non solo dei Comuni e dei Sindaci, ma soprattutto dei cittadini utenti e dei lavoratori. Infatti 27 milioni di IItaliani hanno inequivocabilmente sancito che l’Acqua deve stare fuori dal Mercato e che i profitti devono stare fuori dall’Acqua. Quindi è palese, se si vuole essere pienamente coerenti, che solo l’Azienda Speciale Consortile possiede entrambe queste caratteristiche.
I Sindaci, quindi, dovranno dire che l’azienda che gestirà l’acqua dovrà essere indipendente e autonoma e non incorporata dentro un’altra società più grande che ha per scopo la divisione degli utili e dei profitti. Se il pronunciamento non avverrà in questa forma e solo per un generico riferimento al pubblico, vuol dire che ci stanno ingannando. E che si stanno facendo ingannare. E che il referendum sta per essere tradito.
Di una cosa però i Sindaci, non potranno farsi paravento, dopo la serata pubblica, che abbiamo co-organizzato con Loro poche settimane fa, con esperti del Forum dell’Acqua. Seppure presenti in scarso numero (c’era però il Presidente dell’Ufficio d’Ambito, nonché Sindaco di Lecco) sanno ora con certezza che l’Azienda Speciale si può fare, nonostante il silenzio mediatico prevalente nell’opinione pubblica e alla disinformazione – in senso contrario – sparsa alla grande anche da tecnici, falsamente neutrali, incaricati dallo stesso Ufficio d’Ambito, le cui argomentazioni sono state facilmente smontate e confutate, una per una.
Ma sulla decisione che dovranno prendere i Sindaci il 20 dicembre, rischia di incombere la spada di Damocle delle decisioni legate a Lario Reti Holding (LRH).
In prima battuta, il ricorso alla gara per il servizio in outsourcing, attualmente svolto da LRH per conto di Idrolario. L’unico modo per evitare la gara è quello di “internalizzare” tutto il servizio idrico dentro Idrolario.
In seconda battuta occorre chiarire (come denunciato dal Comune di Merate) quanto si sta agitando, in gran segreto, dentro LRH. Ovvero far trovare di fronte ai Sindaci scelte organizzative quasi obbligate, cui difficilmente potranno o vorranno sottrarsi: ci riferiamo alla forsennata corsa (il 19 dicembre, ovvero il giorno prima della decisione dei Sindaci) per fare di LRH una società finanziaria che farà da banca-cassa alle società operative del Gas e dell’Energia e dell’Acqua che da essa dipenderanno. In particolare dentro la Holding verrebbe creato una nuova entità, Idroservice, la cui funzione non è chiara visto che tale nuova società, non potendo disporre dei requisiti del cosiddetto “controllo analogo”, non potrà essere destinataria di un affidamento diretto del servizio idrico. Questo di fatto obbligherebbe poi a rimettere tutto in discussione attraverso una gara ad evidenza pubblica, col rischio concreto di mettere i servizi idrici alla mercé dei privati, beffandosi clamorosamente della volontà referendaria espressa dalla maggioranza assoluta degli Italiani.
La società “madre” Lario Reti Holding, con questo assetto privatistico, sarà peraltro pronta per tutte le operazioni e gli azzardi finanziari. Il suo perimetro di interesse saranno le convenienze finanziarie e non i bisogni dei cittadini sacrificati al profitto.
Tutto questo si sta preparando, sulla base di decisioni (che i Sindaci al momento forse ignorano) prese nelle segrete stanze di qualche C.d.A. che, anziché rendersi interprete del volere espresso dai cittadini, sembra rispondere alla volontà del mercato e a qualche potere forte della politica e dell’economia non solo locale.
Comitato lecchese per l’acqua pubblica e i beni comuni
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Ieri abbiamo assistito ad una FARSA, dove gli attori si erano preparati il pezzo a casa, senza curarsi di quanto alcuni sindaci supportati dai cittadini, dal Comitato Acqua Pubblica e dalle Associazioni di cittadinanza attiva, avevano a più riprese proposto ed evidenziato nei dibattiti pubblici: l’Azienda speciale Consortile di Diritto Pubblico.
Alla fine la Cordata di Brivio, come sempre signore egemone ed incontrastato, ha prevalso. Si erano “contati e pesati” nei giorni scorsi, per poi mettere in piedi il teatrino di ieri.
Leggendo il documento introduttivo era chiara l’intenzione di escludere l’Azienda Speciale Consortile di Diritto Pubblico, a priori, sottraendola anche al semplice dibattito. Era tutto concordato a tavolino, come spesso avviene in tali decisioni.
La costituzione di Idroservice fatta in fretta e furia nella giornata del 19/12 era la conferma che le decisioni erano già state prese in altri luoghi.
Semplicemente ridicola e di facciata la votazione finale…
Alla fine 33 comuni si sono espressi a favore dell’ “in house” e dell’ ESCLUSIONE dell’ Azienda Speciale.
18 si sono espressi a favore del fatto di includere l’Az. Speciale tra quelle da prendere in considerazione.
BEN 39 Comuni dell’ATO di Lecco erano ASSENTI!
Io sono scandalizzato dell’assenza degli amministratori locali, che dovranno rendere conto ai loro cittadini. Ieri abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione di come gli interessi di partito e di bottega abbiano la precedenza sull’interesse dei cittadini. In questi casi l’astensione è connivenza!
Errata corrige: i comuni assenti erano 14. Sono infatti 65 i comuni facenti parte l’Ambito Lecchese.