Città alpina, il premio di consolazione
Venerdì 5 aprile la città di Lecco riceverà il riconoscimento internazionale di “Città alpina 2013”, con il simbolico passaggio di testimone dalla città di Annecy, attualmente detentrice del titolo.
La rilevanza a livello europeo conseguita da Lecco “per l’impegno nella tutela delle risorse naturali ed ambientali” appare quantomeno bizzarra; infatti la linea dell’Amministrazione è diametralmente opposta.
Dall’inesistenza di un progetto concreto (e non cosmetico, come l’inefficiente sistema del bike-sharing) per la mobilità sostenibile al depotenziamento dei mezzi pubblici, dalla privatizzazione di LineeLecco alla paradossale “valorizzazione” delle nostre montagne attraverso il sostanziale appoggio al nuovo piano cave provinciale, che -ricordiamo- prevede il decisivo e definitivo sfruttamento del monte Magnodeno. Verrebbe da dire più un ironico “addio ai monti” che un contributo “al rispetto dell’ambiente del territorio circostante”.
Come coniugare, allora, la presunta “attenzione” dell’Amministrazione con l’effettiva distruzione paesaggistica prevista? Sarebbe sufficiente scorrere le pagine della delibera con la quale, sborsando 32mila euro, il Comune ha aderito all’Associazione città alpine dell’anno.
Qui Lecco Libera
Ps: L’amministrazione ha annunciato che questo sarà “l’anno della Città alpina all’insegna dell’acqua”. La stessa acqua -bene comune da gestire attraverso un’azienda speciale consortile interamente pubblica, come il referendum del giugno 2011 ha stabilito e come altre città italiane hanno deliberato di fare- che i premiati vorrebbero delegare ad una spa.
Pingback: Consiglio Provinciale lunedì 8 aprile
Lecco Città Alpina 2013.
D’acchito ho pensato al solito spot politico, molto alla moda, di questi tempi.
Poi più seriamente ho creduto che questa” Nomination”, riservata a Lecco, potesse
essere il premio a qualche impresa alpinistica, effettuata nel mondo, dai nostri
Ragni.
Però anche l’elevato numero di Associazioni Lecchesi di escusionisti ed amanti
delle montagne poteva essere il motivo di questo nuovo appellativo.
Niente di tutto questo perchè leggo che il conferimento a Lecco, di Città Alpina
2013 è dovuto “all’impegno nella tutela delle risorse naturali ed ambientali” da
parte della Amministrazione Comunale.
Non entro nel merito della situazione morfologica dell’ambiente perchè basta dare
uno sguardo a 360°per rendersi conto che la zona pedemontana o è diventato un
gruviera per le vecchie e nuove cave di sabbia o pietrisco ( S.Martino,
Moregallo, Barro, Magnodeno e Montalbano) o una cementificazione continua con
enorme consumo del territorio (Acquate,Canto,Falghera,Malnago ecc).
Ritengo inopportuno spendere parole per la qualità dell’aria in quanto spero che i
futuri interventi antropici non potranno far sparire il Tivano, la Breva, i
montivi e le brezze di montagna per cui la nostra aria sarà accettabile, sempre
che il fall-out dei due camini dell’attraversamento venga tenuto sotto controllo
ed entro i limiti di legge.
Vorrei invece fare alcuni considerazioni sugli interventi che l’attuale Amm. Com.
ha assunto per “la tutela” del bene ACQUA.
A seguito della giusta scelta del “sistema intregato dell’acqua”, cioè un solo
Ente che si occupa della captazione e distribuzione dell’acqua potabile, del
sistema fognario di raccolta delle acque nere e della depurazione di queste ultime
i cittadini lecchesi si sono visti, nel giro di due anni, più che raddoppiata la
tariffa per tale servizio integrato (da 0,75euros/mc a oltre 1,5euros/mc) con
l’avvallo dell’attuale Amm.Com.
In verità non ho mai capito questo aumento di oltre il 100%. Comunque spero che la
predetta operazione, aumento della tariffa contrazione dei consumi, non venga
contrabbandata come “tutela della risorsa naturale: ACQUA”.
Giustamente, le ultime quattro amministrazione Leghiste-Cielline, si erano
impegnate ad incipriare Lecco riqualificando strade (viale Turati, via Azzone
Visconti,ecc.) o piazze (Cermenati,XX Settembre,degli Affari, ecc.) talvolta con
risultati disastrosi, vedi Viale Turati e piazza degli Affari sperando in tal modo
di ottenere i voti degli elettori-cittadini.
Previsioni sbagliate. Infatti, ecco l’attuale Amministrazione”Brivio”, con
l’Assessore all’ambiente Dott.Campione impegnati: nella realizzazione delle 4+1
casette dell’acqua; nella inaugurazione del collegamento ciclopedonale Rivabella-
Vercurago; nonchè nel lancio utopico del bikesharing con pesante perdita economica
a carico dei cittadini.
In verità ciò che veramente,mi lascia esterefatto, è il vedere che l’attuale
Amm.Com. non ha preso alcun provvedimento per salvaguardare le acque e l’ambiente
dei nostri torrenti, dal Gerenzone fino al Culigo, nonchè dell’Adda e del lago.
Per questo problema, poco fu fatto dalle Amministrazioni Leghiste-Cielline, però
niente è stato attivato dall’attuale Amministrazione sul fronte delle reti
fognarie cittadine ne su quello dell’impianto di depurazione.
Per questi problemi, ho la sensazione che siamo fermi al ’93 e cioè a 20 anni fà.
Infatti, il sistema separativo tra acque nere e acque meteoriche, non esiste in
tutte le vie, di conseguenza ci sono in atto ancora diversi sfioratori di vecchio
tipo e di difficile gestione (forse una decina) per cui anche per i tecnici di
Idrolario è difficoltoso far funzionare in modo ottimale l’impianto di
depurazione.
Oltre a questa, esistono altre deficienze del sistema fognario che mettono in
seria difficoltà l’impianto per cui, se questo puzza, non si deve pensare di
spostarlo su un’altra area perchè, a mio parere, il problema sta a monte e cioè
si deve:
1.)completare il sistema separativo delle acque su tutto il Comune di Lecco;
2.)controllare in modo serio ed organico che tutti gli allacciamenti privati alle
reti fognarie siano “CORRETTI”.
COMPLETARE IL SISTEMA SEPARATIVO SU TUTTA LECCO
Porto come esempio una situazione che c’era circa quarant’anni fa, ma che è in
atto tutt’ora e riguarda il rione di S.Stefano-Castello: Le vie MALPENSATA e
BELVEDERE comprese le altre strade confluenti e cioè vie D’ANNUNZIO, V.MONTI,
BICOCCA e la via PRIVATA BELVEDERE sono servite, tuttora, da una fognatura mista
che porta le acque reflue all’impianto di sollevamento posto sotto l’aiuola della
curva della Malpensata da dove sono pompate nel collettore di c.so Martiri.
Ebbene in condizioni di secca o bel tempo nella fognatura mista Belvedere-
Malpensata passano solo acque nere e di conseguenza vengono pompate in c.so
Martiri il solo volume delle nere.
Però se piove o peggio abbiamo una precipitazione temporalesca nel tubo della
mista entra tutta l’acqua meteorica assieme alle nere. Quando la diluizione
raggiunge un certo valore stabilito (per esempio 1/1O) entra in funzione uno
scolmatore che fa sfiorare l’acqua miscelata nel golfo della Malpensata dove,
durante il periodo di sfioro, si può vedere l’acqua del lago cambiar colore
nonchè sostanze solide galleggianti tipo carta igienica, sostanze
fecali,assorbenti di vario tipo, profilattici, calze di nylon ecc.
La situazione non migliora nell’impianto di sollevamento della Malpensata perchè,
arrivando un volume elevato di liquami con acque meteoriche devono entrare in
funzione più pompe con aumento notevole dei consumi di energia elettrica.
Ma poichè nel collettore di c.so Martiri arrivano dagli altri due impianti di
sollevamento di via Adda e di via Pietro Nava le fognature nere della zona “Delta
Caldone e di Lecco Centro il pelo libero della fogna si alza al punto tale che
entrano in funzione gli sfioratori di via Amendola, via Corti ed i due sfioratori
di Piazza Era e le acque scolmate si scaricano nell’l’Adda in 4 punti tra il ponte
vecchio e piazza Era.
CONTOLLO IN MODO METODICO DEGLI ALLACCIAMENTI PRIVATI ALLE FOGNATURE
Analoghi inconvenienti si hanno se non si controlla in modo puntuale gli
allacciamenti privati esistenti per cui da circa un ventennio e quindi tutt’ora
abbiamo,a mio parere, una cinquantina di tombinature che scaricano in modo
continuo acque nere nei torrenti,nell’Adda e nel lago.
Quindi l’Amministrazione attuale, se voleva tutelare la risorsa ACQUA, doveva
attivarsi già da oltre due anni per evitare: che le tombinature di viale Turati,
via Pasubio,via Renato Fucini ecc scaricassero acque nere nel Gerenzone;per
eliminare gli scarichi a lago di fronte al Mac-Donald, a lato del pontile, di
fronte all’isola Viscontea,in via Corti ecc.
Quindi in definitiva se si vuole fare un salto di qualità si deve procedere alla
revisione del sistema fognario come sopraddetto,diversamente, qualsiasi impianto
di depurazione, posto su qualsiasi area, non funzionerà mai bene.
Infine ho riletto alcune affermazioni imprecise, contenute in articoli di giornale
di qualche amministratore-pseudopoliticante come:
1.l’impianto di depurazione è sottodimensionato, senza sapere per quanti abitanti
equivalenti fu progettato nei primi anni del ’70;
2. L’impianto di depurazione è sottodimensionato perchè non si è tenuto conto
dell’enorme incremento degli abitanti di Lecco. Infatti il maggior numero di
abitanti pari a circa 56.000 venne raggiunto nel 1976 mentre oggi siamo attorno ai
48.000.
3.L’area occupata dall’attuale impianto era troppo vicino al nucleo di
Pescarenico. Anche questa è una verità relativa. Infatti quando si iniziò il primo
lotto,nel raggio di 500m,c’erano solo le 4 case dette del Povero di via B.Buozzi e
le 6 casette bifamiliari di via Battello dei profughi Istriani.
Infine,è bene precisare che il fabbricato del Media World venne realizzato
successivamente al depuratore. Al posto della piscina e del centro sportivo del
Bione c’era il cosidetto lago di Maggio che veniva gradualmente riempito con
rifiuti inerti, solidi urbani e, dulcis in fundo, con fanghi di trafilerie e
galvaniche che allora abbondavano a Lecco.
Mi fermo qui, certo di essere stato pesante, ma comunque anche se qualcuno leggerà
una riga si e una riga no di questi miei commenti,io sarò contento.