L’Amministrazione e le “mani legate”. Un consiglio per recuperare risorse pubbliche
Da anni l’Amministrazione comunale di Lecco si lamenta di avere le mani legate. Questione di risorse. Se è vero, però, che ci sono soldi che mancano o soldi che non ti fanno spendere (Patto di Stabilità), va detto che ci sono anche quelli che si spendono male.
C’è (dal 1865 a ben cercare e poi ribadita nel 2006) una possibile soluzione a questi legami. Si chiama Quinto d’Obbligo. È da 3 anni che lo ricordiamo al Comune. Nei giorni scorsi, durante il tour per i rioni a presentare il Bilancio Preventivo 2013, riproponendoglielo ci hanno detto che ci stanno pensando. Da tre anni, ormai.
Il Quinto d’Obbligo non è altro che un termine che, nell’ambito dei lavori pubblici, e dell’Amministrazione pubblica in generale, identifica la possibilità, consentita dalla Legge, di modificare un contratto in essere, per un massimo del quinto dell’importo complessivo dell’Appalto da parte dell’Ente pubblico, in aumento o diminuzione, senza che la Società vincitrice dell’appalto stesso possa sottrarsi a tale modifica. A cui, in caso di maggiorazione, spetta il solo pagamento delle maggiori opere eseguite.
Il Quinto d’Obbligo è uno strumento utilizzato, prevalentemente in maggiorazione, per le opere stradali, ma non esclusivamente. È contemplato anche per i servizi. Quindi non solo asfalto, strade e tombini ma anche mense e per il caso nostro raccolta rifiuti.
Da qui la nostra ripetuta richiesta. Non di applicazione a scatola chiusa, ma di verifica e definitiva decisione per utilizzare questa norma per l’appalto rifiuti in essere, che pesa per oltre 7,5 milioni di euro per le casse pubbliche della Città e quindi dei cittadini.
Il Contratto d’appalto è scaduto lo scorso anno ed è stato tout court prorogato fino a fine giugno e ci si appresta nuovamente a prorogarlo alle stesse condizioni .
La scusa è che le disposizioni Regionali hanno previsto che per i nuovi appalti di questo settore vengano sottoscritti non più da un singolo Comune ma da un Ambito Territoriale Ottimale, cioè più esteso. Come avviene per il servizio idrico. Qui però c’è un pertugio, una nota non di poco conto. L’Ambito ottimale territoriale per la gestione dei rifiuti non è ancora stato individuato.
Il Comune pertanto potrebbe valutare l’ipotesi di un nuovo Appalto e, perché no, di affidare direttamente il servizio all’Azienda pubblica consortile Silea, di cui è per altro socio di maggioranza. Ha mai chiesto se Silea è in grado di fare questo servizio o, eventualmente, di strutturarsi per farlo? In ogni caso, il Quinto d’Obbligo torna in nostro aiuto. In attesa di un Appalto nuovo, perché all’interno della proroga non si pensa -fin da subito- di rimodulare e ridurre il servizio, risparmiando così centinaia di migliaia di euro? Come? Portando a due, dai tre attuali, i ritiri del sacco dell’umido in città. In fondo, Lecco è l’unica città al mondo o quasi che, ad oggi, effettua, per altro immotivatamente, tre ritiri settimanali.
Non ci pare una proposta di poco conto. Chiediamo all’Amministrazione cittadina di studiare la possibilità e, se può, applicarla. Ci sono in ballo soldi pubblici dei cittadini e delle famiglie. E quindi di prorogare se proprio costretta l’appalto per solo tre mesi. Così ci saranno meno scuse per parlare dei soldi che mancano, dei soldi che non ti fanno spendere e di quelli che si spendono male.
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