Piano cave, la posizione del Comune sotto la lente dell’Associazione Città Alpina
Nel maggio 2013 abbiamo contattato l’Associazione Città Alpina per segnalarle le nostre preoccupazioni e perplessità in merito al coinvolgimento e ruolo del Comune di Lecco (vincitore del titolo Città Alpina dell’anno) dinanzi al Nuovo Piano Cave Provinciale. Ruolo di rilievo non solo perché il Piano interessa per più dell’80% il capoluogo, ma soprattutto per l’importanza che avrebbe un suo netto parere -anche se non vincolante- a difesa del territorio e del paesaggio.
Dopo un silenzio durato un anno sul “tema cave”, il Comune di Lecco non ha affatto espresso l’auspicato e dichiarato parere negativo (come invece ha fatto il Comune di Mandello, interessato dal Piano Cave per una percentuale molto minore) e ha espresso in sole quattro pagine di osservazioni le proprie indicazioni operative, peraltro prive di una chiara linea guida.
Per queste ragioni abbiamo comunicato le nostre osservazioni all’Associazione Città Alpina, che con serietà le ha vagliate, così come ha fatto con quelle del Comune. Insignito di tale premio, infatti, è chiamato a rispettare la Convenzione delle Alpi e i principi-doveri contenuti nei suoi Protocolli (prospettiva difficile se non impossibile viste le posizioni dell’Amministrazione sul Nuovo Piano Cave). Le nostre Osservazioni hanno quindi segnalato all’Associazione tutti gli articoli dei Protocolli che a nostro parere erano e continuano ad essere in netto contrasto con le dichiarazioni, e soprattutto con l’operato, del Comune di Lecco.
L’Associazione ha condiviso la nostra preoccupazione e, non soddisfatta delle risposte fornite dall’amministrazione, si è detta obbligata ad avere maggiori informazioni in merito a come si “sia impegnata rispetto alle nuove previsioni del Piano Cave”. Ed è con queste premesse il Comune sarà chiamato a spiegare come intende far convivere la tutela del territorio, in rispetto anche alla Convenzione delle Alpi, con il sostanziale avvallo del Nuovo Piano Cave, all’Assemblea Annuale che si terrà a Gap il prossimo 20 settembre.
Ciò che pare importante sottolineare è che grazie alle sollecitazioni dell’Associazione Città Alpina, l’Amministrazione sarà chiamata a rispondere delle proprie responsabilità e soprattutto a dimostrare la coerenza tra le dichiarazioni di intenti dal sapore “ambientalista” e il suo effettivo operato.
Tenendo ben presente che, come riconosciuto dall’Assessore provinciale “padre” del Nuovo piano, Carlo Signorelli, l’attuale e devastante progetto di escavazione parte da lontano; quando la sua “riapertura” venne definita “non più rinviabile” dall’allora presidente della Provincia di Lecco: Virginio Brivio. Che non può, per ovvi motivi, smentire se stesso.
(dal verbale della Consulta cave del 3 giugno 2010)
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