L’Isola Viscontea, la confusione d’interessi

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Dopo aver trattato la Soprintendenza come un ostacolo e impiegato le istituzioni locali come un grimaldello, l’associazione/lista civica Appello per Lecco è riuscita a ottenere quel che -nonostante non fosse affatto presente nel programma elettorale- desiderava da tempo: il ‘sì’ al ponte di collegamento tra l’Isola Viscontea e la terraferma. A differenza di stimabilissimi intellettuali della città, non crediamo affatto che sia una vittoria collettiva. Questo è un buon affare di pochi, per tre semplici motivi. Primo: fino a prova contraria l’Isola Viscontea non appartiene al Comune di Lecco, che non a caso non ha previsto alcun piano di rilancio nell’unico documento demandato a farlo, il Pgt. Secondo: la città non è stata minimamente coinvolta in alcun percorso di progettazione o pianificazione del futuro dell’Isola, ma è stata usata -come i volontari- per promuovere l’attività di una associazione/lista civica che non ha ancora voluto mostrare pubblicamente né la convenzione con la proprietà né un credibile prospetto costi-ricavi. Terzo, ma non meno importante: grazie al baccano mediatico del portavoce dell’associazione il “rilancio” dell’Isola (un bene privato) ha scavalcato altre e ben più importanti iniziative. Da Villa Manzoni alla valle del Gerenzone, da Villa Ponchielli a Villa Eremo fino al capannone neogotico della Badoni. E lo ha fatto grazie ad un equivoco di fondo che ci pare evidente: un soggetto chiamato a governare la città, Apl, ha orientato il suo operato sulla rendita di un bene privato, sfruttando la sua posizione “pubblica” per trasformare interessi di parte in interessi collettivi. Preparandosi forse a chiedere soldi e risorse dal pubblico che tanto disprezza quando gli oppone vincoli nel nome delle regole. Attendiamo fiduciosi che APL renda pubblica convenzione e prospetto, certamente noti ai fedelissimi volontari.

Qui Lecco Libera

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