Il Blubike è sempre lo stesso film

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L’affare Blubike, ormai, è diventato simbolo di spreco e sperpero. L’unica a non essersene accorta è la Giunta guidata da Virginio Brivio. Per rappresentare il fallimento delle presunte politiche ecologiche dell’Amministrazione, le minoranze -e sparute parti della maggioranza- amano rifarsi (in ritardo) al disastroso servizio di noleggio biciclette.

L’ultimo, in ordine di tempo, è stato il consigliere Idv Ezio Venturini, che ha proposto la sua “ricetta” per “salvare” il servizio. L’idea è quella di copiare un’iniziativa passata della città di Milano, l’ecopass, e con i soldi ricavati finanziare ulteriormente il progetto Blubike, che attualmente costa già 50.000 euro l’anno. Venturini, sbagliando, cita l’esempio di Parigi che, come Milano, Londra e altre grandi città, a parte le bicicletta non ha nessuna somiglianza al sistema lecchese, perché l’intere spese della gestione non sono in capo ai comuni bensì ad aziende pubblicitarie o grossi sponsor.

A Lecco, però, quello che continua a mancare, è la voglia di cambiare, di provare almeno a risolvere la situazione della gestione di questo servizio, non a caso si è deciso di scaricare il problema ad altri soggetti (Comunità montana Lario orientale Valle San Martino).

Sono passati tre mesi dall’introduzione del tesseramento online (tempistiche per avere la tessera: 10-15 giorni lavorativi, tra le 2 e 3 settimane reali), sistema che avrebbe dovuto rendere il servizio “tutto un altro film”. In passato segnalammo dei problemi evidenti ma di facile risoluzione, ad esempio:

– apporre alle colonnine informative dei fogli adesivi plastificati, possibilmente in doppia lingua (italiano/inglese), per informare su dove e quando tesserarsi con dati aggiornati, e cioè che non riportino la possibilità di fare le tessere da LineeLecco o in via Balicco (entrambi luoghi dove non si può fare la tessera);

– togliere dall’ufficio di via Balicco gli adesivi della vetrina  del “celebre” ufficio fantasma, che non ha mai funzionato e che a sorpresa adesso ha anche delle luci accese al suo interno, per confondere ulteriormente chi, nel “gioco dell’oca” del Blubike, fosse riuscito ad arrivare a destinazione;

– realizzare un sistema alternativo di tesseramento nel quale coinvolgere, per esempio, la reception del Palazzo delle Paure (che si trova a pochi metri da una delle stazioni centrali, e che è aperto anche i pomeriggi del sabato e della domenica. Lo stanno promettendo da mesi, anni. si potrebbe dire la stanno tirando alle calende greche), oppure, di coinvolgere le edicole come è stato fatto per le tessere delle casette dell’acqua; nonché, come in altre città, attraverso la Carta regionale dei servizi (ora Cns).

Nessuna di queste cose è stata fatta, – figuriamoci un Piano della Mobilità e nello specifico quello della mobilità ciclistica, entrambi in attesa da anni-. Chiediamo quindi che questi piccoli cambiamenti -che porterebbero un minimo di funzionalità ad un servizio completamente senza capo né coda- vengano effettuati prima di qualsiasi altro ulteriore intervento, trattenere i potenziali ricavi di un potenziale Ecopass -che è un’altra tassa in capo ai lecchesi già inutilmente spremuti, non a caso a Milano è stata introdotta l’Area C, in sostituzione di Ecopass- per altri progetti ambientali un po’ meno fallimentari e un po’ più reali. Gli stessi progetti che, anche questi, avevamo già portato all’attenzione dell’opinione pubblica:

– Rastrelliere (circa 600 euro più installazione per 10 bici);

– Ricoveri coperti per biciclette (circa 8.000 euro più installazione per un ricovero coperto per 40 bici);

– Creazione di percorsi protetti all’interno delle vie meno trafficate della città;

– Segnaletica verticale e orizzontale specifici per percorsi e indicazioni ciclabili;

– Stazioni per gonfiare gli pneumatici delle bici;

– Rastrelliere sui mezzi di trasporto pubblico;

– Creare un servizio di navetta gratuito dai parcheggi periferici verso il centro città;

– Agevolazioni economiche per l’acquisto di bici e bici elettriche;

– Aumento del numero delle stazioni di bike sharing all’interno della città in posizioni strategiche e utili;

– Aumentare le fasce di riduzione dei biglietti dei mezzi pubblici;

Così com’è altrimenti resta, oggettivamente, uno servizio inutile, non necessario, -lo utilizzano, meno di 10 persone al giorno- e soprattutto  uno spreco di soldi pubblici sottratti ai cittadini ed ad altri progetti necessari alla città.

Le idee ci sono, manca solo qualcuno che abbia la voglia e le capacità per metterle in pratica.

Qui Lecco Libera

2 pensieri riguardo “Il Blubike è sempre lo stesso film

  • 14 Gennaio 2014 in 17:25
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    Sono completamente d’accordo sul fatto che il caso BluBike può essere portato come simbolo di spreco e sperpero dell’attuale Giunta Municipale a cui però subito affiancherei: la raccolta dell’umido, fatta 3 volte alla settimana, quando nei comuni vicini al massimo viene fatta due volte;
    la pubblicazione di una cartina di Lecco, ad orientamento turistico incompleta e piena di errori quando era già disponibile una stampata dalla Provincia corretta e completa nonché realizzata da persone altamente qualificate.
    Per quanto riguarda la proposta, di venerdì 10 gennaio a firma Ezio Venturini, consigliere comunale in quota I.D.V, di dare ossigeno al progetto bike sharing mediante l’allargamento della zona Z.T.L.e l’introduzione di un eco-pass per accedere al centro cittadino di Lecco essa stessa è una conferma che l’attuale Blubike, cosi come è adesso, è destinato a morire.
    Comunque l’idea del consigliere Venturini é abbastanza stimolante, specie nell’ottica di contenere le emissioni gassose degli automezzi e quindi abbassare la concentrazione delle polveri sottili.
    Chiaramente, il tutto dovrà essere preceduto da modifiche all’attuale viabilità, su cui non entro in merito, in quanto, nel recente “caso del Ponte Vecchio” ho scoperto che Lecco ha 47.240 esperti in viabilità, e che dopo quasi 2 anni, realizzando finalmente la rotonda a raso in sponda destra e confermando (almeno spero) il senso unico in uscita da Lecco, si é arrivati all’ultimo atto.
    Però, ritornando all’ecopass, permettetemi di indicare, come ipotesi di lavoro , le nuove vie o piazze da includere nella Z.T.L. e cioè piazza Mazzini, via C. Cattaneo, via Cairoli, via S. Nicolò e via Pietro Nava queste ultime due, solo in parte.
    Questa ipotesi, spero che non sia causa di malore all’amico Peppino Ciresa, Presidente dell’Unione Commercianti, ma sicuramente, usando un eufemismo, non sarà gradita ai suoi iscritti.
    Risolti questi piccoli problemi, eccoci a come utilizzare i soldi che entreranno nelle casse comunali con l’applicazione dell’ecopass.
    Purtroppo, anche se, alcune idee e proposte espresse dal consigliere Venturini risultano accettabili non mi trova per niente d’accordo su come utilizzare il nuovo cespite in quanto perseverare nell’errore dell’attuale bike-sharing é diabolico perché non solo sono stati sbagliati i tempi ma anche invertite le fasi d’intervento.
    In altre parole prima di mettere a disposizione le biciclette si dovevano realizzare le piste ciclabili con tutte le strutture annesse e connesse
    A mio parere, invece, le entrate dell’ecopass dovrebbero essere utilizzate per:
    1.)studiare un Piano della Mobilità Ciclistica mediante la creazione all’interno della città di percorsi protetti con segnaletica verticale ed orizzontale specifica in modo da evitare i contrasti tra automobilisti e ciclisti ma in particolare tra ciclisti e pedoni, come sta succedendo sul lungo lago e lungo Adda.
    2.) riqualificare il lungo lago a partire dalle Caviate fino a piazza Era a Pescarenico realizzando una pista ciclabile staccata dal percorso pedonale, dove possibile, o una pista ciclopedonale con adeguata segnaletica in modo da essere pronti a collegare la ciclabile Abbadia-Caviate, che l’ANAS prima o poi completerà, con la ciclopedonale che da piazza Era porta fino a Vercurago anch’essa bisognosa di apposita segnaletica.

    Sì, perché prima del lancio del bike-sharin, come detto sopra, si doveva mettere a disposizione dei ciclisti dei percorsi a loro riservati e dotati di adeguata segnaletica in modo da soddisfare l’utenza locale e nello stesso tempo richiamare l’utenza turistica perché solo quella locale non potrà mantenere in vita il bike-sharing vista l’orografia nonché i dati pluviometrici di Lecco.

  • 26 Maggio 2015 in 15:42
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    Ho rinnovato la tessera per un altro anni, ma ho dovuto pagare di nuovo i 5 euro di ricarica, in quanto i 5 euro che avevo sulla tessera precedente, e che NON HO UTILIZZATO, sono stati azzerati!
    E non so a chi rivolgermi, anche perché se recuperare i 5 euro mi costa più di un’ora di tempo, non vale più la pena!

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