Metastasi, intervista a Vincenzo e Angelo Musolino
Abbiamo incontrato Vincenzo Musolino negli uffici dell’impresa Edilnord Srl (scavi, movimento terra) che conduce insieme ai figli, in via Toscanini a Lecco. Ha accettato di descrivere -in una video-intervista di cui pubblichiamo per ora un primo estratto- il coinvolgimento della sua attività nella vicenda del lido di Parè, alla base dell’inchiesta Metastasi.
Un pretesto per ragionare ad alta voce di ‘ndrangheta nel lecchese, tema al quale -suo malgrado, specie per la sua famiglia- è legato da un passato che l’ha visto, secondo la sentenza Wall Street divenuta definitiva nel febbraio 2002, rivestire il ruolo chiave di “uomo di fiducia” del cognato Franco Trovato fino agli arresti del 1992-1993. “Raccogliere, gestire e investire le entrate dell’associazione” è la didascalia che Wall Street gli ha appiccicato (a ragione) addosso e che lui, sostiene oggi, tenta a fatica di scollarsi, avendo pagato il conto con la giustizia e collaborato con lo Stato. Anche perché è questa succinta definizione ad inseguire i suoi figli, Angelo, Daniele e Michele (abbiamo intervistato anche il primo).
Quella collaborazione prestata all’allora pm Armando Spataro, o infamia nel gergo ‘ndranghetista, è valsa a Vincenzo Musolino -secondo l’inchiesta Oversize dei primi anni Duemila- una promessa di vendetta da parte proprio di Mario Trovato, quel fratello di Franco che -secondo Musolino- “non aveva i coglioni” per scimmiottarlo, coinvolto anch’egli nell’operazione Wall Street e oggi nuovamente in carcere per Metastasi.
C’è un però. Se davvero Musolino fosse stato depennato dalla lista dei “compari” per l’infamia passata, perché Antonello Redaelli e Ernesto Palermo, su indicazione di Mario Trovato, si rivolgono alla “sua” Edilnord per alcuni lavori al lido di Parè nell’estate 2011?
E perché suo figlio Angelo contatta in quello stesso periodo (giugno 2011) Ernesto Palermo, allora consigliere comunale a Lecco, per chiedere informazioni su una pratica edilizia ferma nei cassetti di Palazzo Bovara (e che vedeva coinvolto indirettamente quel dirigente del Comune, Maurizio Castagna, arrestato pochi giorni fa insieme all’ex consigliere comunale della Lega Nord Francesco Sorrentino)?
Entrambi hanno accettato di rispondere alle nostre domande, senza trincerarsi dietro a presunti o inesistenti segreti.
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