Pgt di Lecco: il (duro) parere della Regione
Chi avesse voglia di consultare la sezione dedicata al Piano generale del Territorio (Pgt) sul sito istituzionale del Comune di Lecco scoprirà che gli ultimi documenti pubblicati sono (ancora) quelli risalenti alla deliberazione di adozione del Piano e il relativo avviso di deposito del gennaio e febbraio scorso.
Ancora oggi, a oltre due mesi dalla chiusura del termine per la presentazione delle osservazioni, non risultano pubblicate né le osservazioni presentate da cittadini o altri soggetti interessati né quelle degli Enti deputati al controllo del Pgt: la Regione, la Provincia, l’Asl o l’Arpa.
Eppure al Comune sono pervenute. Del resto, lo si rileva dalla semplice lettura della deliberazione della Giunta di Lecco (numero 101) del 10 giugno 2014 che, nell’approvare le controdeduzioni del Comune alle osservazioni presentate, afferma che queste sono contenute in formato DVD. Tuttavia l’hanno solo i consiglieri comunali e non è mai stato pubblicato.
Non una novità, dato che il Comune di Lecco non ha mai pubblicato neppure i contributi presentati da vari soggetti prima dell’adozione del Piano, la cui conoscenza, lo ribadiamo ancora una volta, è fondamentale per dare un giudizio sull’impianto complessivo del documento di pianificazione.
In ogni caso, abbiamo recuperato la deliberazione della Giunta Regionale (n. X/1904 del 30.05.2014) con cui la Regione ha espresso il proprio parere obbligatorio sul Piano di governo del territorio di Lecco, valutando in particolare la coerenza del Pgt adottato con gli obiettivi prioritari del Piano Territoriale Regionale della Lombardia (PTR).
La pubblichiamo, sostituendoci al Comune, anche perché chi avesse la pazienza di leggere il parere troverà una importante concordanza proprio con i due punti principali delle nostre osservazioni (in particolare al Documento di Piano – DdP) presentate al Comune di Lecco il 14 aprile 2014. La clamorosa sovrastima della previsione insediativa e l’insufficienza delle risposte e proposte contenute nel Pgt rispetto al problema dell’edilizia pubblica e delle misure per affrontare l’emergenza abitativa.
Sul primo punto eravamo stati chiarissimi: la previsione insediativa proposta nel piano era ed è eccessiva, e non tiene conto peraltro dei dati che chiunque poteva reperire perché sono quelli pubblicati dal Comune di Lecco e quelli del servizio Geo-Demo di Istat (vedi pagg. da 1 a 8 delle nostre osservazioni).
Ora è la Regione a mettere nero su bianco che “Il maggiore scostamento tra Pgt e piano regionale è rappresentato infatti dallo sviluppo previsto in termini di nuovi abitanti, aspetto che produce anche una incoerenza interna del Pgt dal momento che il carico insediativo ipotizzato non è supportato dagli esiti delle analisi effettuate nel quadro conoscitivo, le quali sembrano suggerire una proposta decisamente più contenuta” (pag.5) e che “l’esame degli obiettivi di sviluppo del Pgt di Lecco sembra invece prefigurare una proposta di piano superiore alle esigenze di trasformazione documentate nella analisi propedeutiche di piano” (pag.6).
Parole chiare che contestano espressamente al Comune la previsione insediativa dei 4.627 nuovi abitanti.
Di più, la Regione afferma che gli scenari futuri dell’evoluzione demografica “non giustificano una proposta che nel complesso sembra discostarsi molto anche dagli scenari più favorevoli delle proiezioni demografiche regionali (fecondità costante e movimenti migratori alti” (pag.6).
Sulla base di questo accertamento di sovrastima della previsione insediativa, la Regione contesta al Comune di non allinearsi con “l’orientamento regionale al decremento del consumo del suolo su base comunale” (pag.7).
Tanto è vero che invita espressamente l’Amministrazione ad ipotizzare un piano di interventi per priorità o introdurre strumenti gestionali che possano incentivare la realizzazione degli interventi maggiormente coerenti con la logica di fermare il consumo del suolo.
La regione lo dice chiaramente: “in riferimento agli ambiti che si qualificano come ulteriore sfrangiamento del tessuto urbano attuale in erosione del suolo libero, si sottolinea il fatto che il Pgt avrebbe potuto riordinare le scelte urbanistiche previgenti non attuate e, in logica di progressiva riduzione di consumo del suolo, preservare questi brani territoriali” (pag.8).
Per la prima volta, per quanto a nostra conoscenza, all’interno del parere della Regione finalmente viene pubblicato un dato ufficiale sugli alloggi sfitti a Lecco, più volte chiesto e mai comunicato dall’Amministrazione comunale e dai suoi uffici (sembrava coperto dal segreto istruttorio).
A pagina 7 del parere regionale si legge infatti che “le analisi del quadro socio-economico hanno evidenziato una tendenziale difficoltà nella collocazione del mercato dell’offerta residenziale prodotta ..e la presenza di 1.277 abitazioni non occupate”.
Dopo questa analisi la Regione, nel prendere atto che la minimizzazione del consumo del suolo non viene qualitativamente dimostrata (pag.18) anche in relazione ai seguenti dati della Banca dati dell’uso e copertura del suolo (pag.8) che indicano una progressiva erosione del suolo libero.
(dati Banca dati dell’uso e copertura del suolo, pag. 18 del parere della Regione Lombardia al Pgt di Lecco)
“Invita l’amministrazione comunale ad integrare il documento di piano con il bilancio complessivo del fenomeno del consumo del suolo che possa evidenziarne il trend rispetto alle soglie storiche” (pag.20).
Il parere della Regione interviene sostenendo questo orientamento di tutela del risparmio del suolo anche con prescrizioni importanti e che impongono al Comune di “prevedere una programmazione temporale degli interventi di trasformazione privilegiando in particolare quelli volti al recupero delle aree dismesse e al riutilizzo degli immobili esistenti. In particolare si chiede per le aree dismesse di prevedere il 50% dell’area a verde di uso pubblico permeabile” (pag.14). Inequivocabile l’invito a non pensare solo ai parcheggi.
Sulla seconda parte delle nostre osservazioni (l’insufficienza delle risposte e delle proposte contenute nel Piano sul problema dell’housing sociale e delle misure per affrontare l’emergenza abitativa) abbiamo analiticamente argomentato che, in base a precisi dati di una ricerca del Politecnico di Milano, tra cinque anni il Comune di lecco potrebbe trovarsi tra le mani una bomba sociale caratterizzata da almeno 3mila alloggi mancanti, sommando edilizia sociale e convenzionata. Per questo, le risposte contenute nel Pgt erano del tutto inadeguate.
Il parere della Regione rafforza questa critica, laddove, dopo aver preso atto che “la proposta del Pgt si incentra sulla necessità, vista anche la scarsità di risorse pubbliche, di promuovere con decisione l’utilizzo di modalità concertative e negoziali con il privato che viene orientato e incentivato a produrre servizi abitativi”, ritiene che “il meccanismo proposto conserva tuttavia dei margini di incertezza rispetto agli effetti complessivi sia in termini di alloggi resi disponibili che per tipologie di canone. Si richiama pertanto la necessità di un’azione attenta di sorveglianza e monitoraggio da parte dell’amministrazione comunale rispetto all’effettiva attuazione che verrà data ai disposti del piano”.
Per questo la Regione invita esplicitamente il Comune ad “approfondire e valutare la necessità di intervenire sulla linea d’azione relativa alla fascia sociale (a canone sociale) per la quale l’intervento pubblico difficilmente potrà essere sostituito dall’azione del privato”.
Nell’ambito delle politiche per la casa il parere regionale invita il Comune ad integrare il Piano dei Servizi all’interno del Pgt per interventi di riqualificazione complessiva degli insediamenti nei quartieri esistenti di Edilizia residenziale pubblica (Erp), che necessitano di azioni di rinnovamento urbano anche al fine di affrontare problemi di disagio sociale (pag.22).
Non eravamo certi che le nostre osservazioni potessero ricevere la giusta attenzione ma, da adesso, rappresenterà un obbligo per il Comune, visto che, come conclude il parere della Regione, “il Consiglio comunale, in sede di approvazione, a pena di inefficacia degli atti assunti, deve procedere all’adeguamento del documento di piano adottato recependo le prescrizioni afferenti agli obiettivi prioritari e assumendo le definitive determinazioni in relazione alle considerazioni di carattere orientativo espresse”, e quindi anche sui problemi che avevamo già sollevato.
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