L’approvazione del Pgt e il gioco delle parti
“Inciucio”, “patto segreto”, “compromesso”. Questi alcuni dei commenti più critici rivolti da alcuni osservatori della cronaca locale alla recentissima approvazione del Piano di governo del territorio da parte del Consiglio comunale di Lecco, che ha visto maggioranza e opposizioni (Lega Nord compresa) promettersi bastonate per poi concedersi gradevoli carezze.
Bene, chi parla di “inciucio”, a nostro parere, sta sbagliando bersaglio. Non c’è nulla di più ostentato dell’assoluta continuità tra l’attuale maggioranza e le passate amministrazioni venate CL. E non era necessario attendere le 21.51 di lunedì 30 giugno 2014 per rendersene conto, quanto limitarsi ad esaminare una prova, a suo modo schiacciante: il Pgt. La presunta cortesia del Nuovo centrodestra alla sua approvazione indolore -e non ritardata- non è che parte di un teatrino. Chi mai avrebbe rinunciato tra quel gruppo politico alla quarta torre della Meridiana, alla passerella ferroviaria, al già concepito porto, al centro congressi dell’Icam, al parcheggio del Serpentino, ai metri cubi (oltre 450mila) in arrivo sulla base di previsioni insediative folli e datate (tarate sugli anni 2009-2015, come duramente sollevato anche da Regione Lombardia)? Non certo la presunta opposizione, che ha ottenuto la sostanza dietro sterminate premesse altisonanti al Pgt sulla sostenibilità, il rispetto dell’ambiente, la Lecco che verrà.
Altro che “inciucio”: maggioranza e opposizione hanno bisogno di legittimarsi, e così fingono tanto di combattersi e quanto di pacificarsi faticosamente. Il “compromesso” non esiste, come la discontinuità promessa. Il Pgt -secondo le migliori logiche di palazzo- doveva essere approvato, senza discutere nel merito: e infatti le osservazioni sono state calpestate, così come la partecipazione attiva dei cittadini sedotti e annoiati in questi anni da rionali appuntamenti pomeridiani poi rivelatisi superflui.
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