Wall Street, finalità sociali a rischio?
A novembre di quest’anno saranno vent’anni dalla prima confisca di Wall Street. Vent’anni amari, durante i quali le istituzioni -dal Comune di Lecco alla Prefettura, dal Comando dei Vigili del fuoco al ministero dell’Interno- hanno prodotto annunci, progetti abbozzati, ritardi. A farne le spese è stata la città e il suo diritto a vedersi restituito quel patrimonio di storia, memoria e riscatto che è l’immobile di via Belfiore. L’ultimo giro della giostra dei ritardi è rappresentato dalla propagandata pizzeria di Libera, concepita frettolosamente nel 2012, senza coinvolgere la cittadinanza.
Alla fine dello scorso giugno eravamo i soli a contestare la cerimonia-spot di sottoscrizione del protocollo di intesa tra Aler, Regione, Comune e Libera. Non a caso, la prima scadenza è stata ampiamente disattesa. Il mancato deposito entro i termini previsti di fine giugno da parte dell’Aler di un credibile progetto di ristrutturazione di Wall Street conferma la regola. Cui ha fatto seguito il “parere favorevole” che la Giunta comunale ha espresso il 18 settembre scorso su mere “ipotesi progettuali” che non sono state pubblicate ancora in rete (sul sito del Comune di Lecco, voce “atti amministrativi” si legge infatti Allegati solo in formato cartaceo depositati Ufficio Segreteria Organi Istituzionali).
Avendole recuperate (a nostre spese) e consultate, abbiamo deciso di sopperire a questa mancanza pubblicandole integralmente (per quanto possibile, date le dimensioni degli elaborati cartacei).
Seppur sprovviste del piano finanziario e del piano di programmazione degli interventi (entrambi previsti), la Giunta comunale ha deciso di riconoscere comunque un “parere favorevole”. Dall’analisi degli elaborati grafici, però, emerge che il “progetto” prevede una pizzeria da oltre 160 coperti, un bancone bar ed una saletta “pluriuso”. Se il ristretto gruppo di decisori dovesse confermare questa impostazione -e cioè la metratura dedicata in gran parte alla pizzeria- verrebbe meno il significato del “riutilizzo sociale” collettivo di Wall Street.
Ma soprattuto ciò che sconcerta è il confronto tra il “progetto” di Libera approvato dal Consiglio comunale di Lecco lo scorso 20 maggio -dal valore complessivo di oltre 680mila euro- e l’“ipotesi progettuale” -o incompleto “progetto preliminare” stando all’Aler- presentato (fuori termine) dall’ente dell’edilizia residenziale il 15 settembre.
Stando a quanto indicato nel progetto sul quale è stato incardinato il protocollo di intesa che dettava tempi e modalità ad Aler nella redazione del progetto, i coperti sarebbero dovuti essere 50. Prova ne sono i 25mila euro inseriti nel computo metrico estimativo necessari per la “fornitura e posa di cucina per 50 coperti”. Un terzo degli oltre 160 posti previsti nel “progetto” dell’Aler.
(l’estratto dalla scheda progettuale di Libera approvata dal Consiglio comunale di Lecco nel maggio 2014)
La domanda sorge spontanea: quanto inciderà sulla spesa complessiva del progetto l’incremento dei coperti dai 50 previsti -e approvati dal Consiglio comunale- ai 160 indicati da Aler? Che tipo di valutazioni ha fatto la Giunta comunale nell’esprimere il “parere favorevole” su una ipotesi completamente difforme rispetto a quanto pianificato (e approvato) soltanto a maggio?
È “semplice” superficialità dei redattori del progetto (e di coloro che hanno espresso parere tecnico favorevole) oppure è una scelta non casuale di sacrificare gli spazi di memoria, archivio e attività sociali -confinati nella saletta al piano terra- a favore della semplice attività (più redditizia per chi gestisce) ristorativa?
Ipotesi questa che renderebbe paradossale l’epilogo della “ridestinazione” sociale di Wall Street.
Qui Lecco Libera
Complimenti per il prezioso lavoro, puntuale e sempre ben documentato, questa volta come in tutte le altre precedenti occasioni.