Silea, quel che non torna nel bilancio 2015

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Nel bilancio 2015 di Silea Spa -la società che gestisce il forno inceneritore di Valmadrera- c’è qualcosa che non torna. E che è evidentemente sfuggito ai soci che l’hanno approvato a fine maggio, ovvero i Comuni della provincia di Lecco. Quel “qualcosa” ha a che fare con i ricavi di Silea per il servizio di smaltimento rifiuti, cioè il cuore dell’attività della società.

Per rendersene conto è sufficiente scorrere l’ultimo bilancio (approvato e pubblicato online) fino alla tabella che riassume i ricavi di Silea negli anni 2014 e 2015. Uno sguardo superficiale si potrebbe accontentare all’apparenza del confronto tra colonne fatto nella Relazione dell’amministratore unico, Mauro Colombo: tra il 2014 e il 2015 i “proventi dal servizio di smaltimento rifiuti” sarebbero cresciuti di 1,6 milioni di euro, da 16,4 milioni fino a toccare 18 milioni. Tradotto: l’attività del forno è in incremento di fatturato, una (apparente) “buona notizia” per i soci.

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(l’estratto dal bilancio di esercizio 2015 di Silea Spa, in evidenza i dati sui ricavi 2014)

Eppure, alla pagina seguente, è lo stesso amministratore unico a fornire ai soci un’interpretazione esattamente opposta rispetto alla tabella citata. L’incremento diventa un “decremento” dello stesso valore (1,6 milioni di euro). Non è un refuso, visto che è lo stesso amministratore a spiegare i motivi dell’andamento negativo: il decremento sarebbe da “ricercarsi essenzialmente nella flessione, iniziata nel 2014 e continuata nell’anno 2015, dei corrispettivi legati ai rifiuti speciali di origine urbana, ai rifiuti urbani, ai rifiuti speciali ed ospedalieri”.

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(l’estratto dal bilancio di esercizio 2015 di Silea Spa, in evidenza il passaggio della relazione dell’Amministratore unico che smentisce la tabella su riportata, che reca un incremento e non un “decremento” come qui indicato)

Com’è possibile, ci si chiede, fotografare nel corso di due pagine scenari così diversi? Incuriositi da questo inciampo, abbiamo incrociato i dati del bilancio 2015 con quelli pubblicati un anno fa. Ebbene, le voci dei ricavi 2014 sono diverse.

In realtà, nel bilancio 2014 approvato i ricavi dello smaltimento di quell’anno ammontavano a 20,5 milioni di euro, e niente affatto ai 16,4 milioni di euro riportati nel confronto un anno più tardi. Facendo riferimento a questo documento (quello che reca i 20,5 milioni di euro), lo scenario cambierebbe radicalmente. Non ci sarebbe infatti alcun incremento e il “decremento” controverso illustrato da Colombo sarebbe ancor più aggravato.

Ma non è finita. La leggerezza con cui sono stati compilati questi documenti è dimostrata dal fatto che nel bilancio consolidato 2015, il fratello di quello già esaminato, reca invece i dati 2014 “corretti”, individuando il già citato “decremento” di poco superiore a 3 milioni di euro.

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(l’estratto dal bilancio consolidato 2015 di Silea Spa, in evidenza i dati sui ricavi 2014, diversi da quelli indicati nel bilancio di esercizio)

La domanda è semplice: come sta andando l’attività del forno inceneritore? Stando al bilancio consolidato e ai dati “corretti” di confronto rispetto al 2014 starebbe navigando in pessime acque. Stando invece al bilancio di esercizio sarebbe in buona salute. Come hanno fatto i soci, i revisori, gli amministratori della società, il collegio sindacale a non accorgersi di questo evidente deficit di prudenza, trasparenza e veridicità nei documenti di bilancio? Siamo davvero convinti che questa modalità di gestione -e controllo da parte dei soci- sia all’altezza del dichiarato investimento complessivo in pancia a Silea di oltre 30 milioni di euro per il teleriscaldamento?

Se, come temiamo, il pasticcio fosse dovuto a una riclassificazione non motivata, pretendiamo che da una società al 100% di proprietà dei Comuni giunga una risposta chiara. Anche se è già evidente la necessità di un netto cambio di passo nell’amministrazione di Silea, così da poter finalmente comprendere dove stia andando la società, visto anche il tracollo dei certificati verdi (da 4,7 milioni di euro a 2,8 milioni) e la discesa inarrestabile del prezzo dell’energia elettrica ceduta (-23% tra 2013 e 2015).

Coordinamento Rifiuti zero Lecco

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