“Multi-utility” del Nord della Lombardia. Di che cosa stiamo parlando
Il territorio lecchese è al centro di un’operazione industriale tra alcune importanti multi-utilities locali che si occupano di gas ed energia elettrica. Obiettivo annunciato: la grande “Multi-utility del Nord della Lombardia”. La società Lario Reti Holding -che è posseduta dagli enti locali delle province di Lecco e Como- dovrebbe “fondere” le “sue” ACEL Service e Lario Reti Gas con ACSM-AGAM (multi-utility di Monza e Como), ASPEM (Varese) e AEVV (Sondrio e Valtellina). “Partner” industriale dell’intera operazione è A2a.
Tempi: i Comuni interessati, attraverso i Consigli comunali, dovrebbero votare le linee di indirizzo della “partnership” entro il mese di dicembre. L’approvazione del progetto di fusione da parte dei consigli di amministrazione delle società è prevista per fine gennaio 2018. Per poi definire il tutto nel mese di marzo.
I promotori della fusione parlano di un’occasione straordinaria di crescita, di un’aggregazione necessaria, di un passaggio fondamentale per difendersi in un mercato destinato alla concorrenza.
Il Comitato lecchese per l’acqua pubblica e i beni comuni, al contrario, ha sollevato non poche perplessità. L’ha fatto studiando i bilanci delle società coinvolte, i loro patrimoni e le performance economiche. Giungendo a conclusioni interessanti, sia di metodo sia di merito. Ai Comuni, secondo il Comitato, sarebbero stati sottoposti documenti incompleti e poco chiari e la fusione rischia concretamente di sfavorire pesantemente il territorio di Lecco a favore degli interessi di mercato di A2a e delle sue controllate (ACSM-AGAM su tutte).
Abbiamo chiesto a Remo Valsecchi, commercialista e membro del Comitato, di illustrare il “progetto” e di spiegare perché, a suo parere, la “Multi-utility del Nord” fatta in questo modo è a dir poco problematica per i cittadini. Pubblichiamo le prime cinque pillole (aggiornate al 17 dicembre 2017).
1) L’operazione e l’iter
2) I settori interessati e il ruolo dell’Antitrust
3) A chi conviene la fusione
4) Le carenze del progetto
5) Sulle informazioni fornite ai Comuni
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