Energia nucleare? Ma mi facci il piacere!
Nonostante tutto, questo nostro paese al contrario continua a stupirci. Il problema è che ormai siamo assuefatti; la maggior parte di noi non riesce più ad indignarsi, nemmeno di fronte alle situazioni più paradossali. Siamo quotidianamente posti di fronte a casi di questo tipo; casi come l’eterna emergenza rifiuti a Napoli, il “problema” sicurezza/immigrati, la corsa alle grandi opere e la distrazione ad arte che colpisce quando informazioni scomode arrivano in TV.
Io forse mi sono vaccinato (come diceva Montanelli) con il secondo governo Berlusconi (oltre che con quelli Prodi) e ormai non mi aspetto più che il governo italiano affronti razionalmente i problemi quotidiani, tanto meno mi aspetto un’esposizione corretta degli stessi da parte dei mezzi di disinformazione di massa. Credo invece che dobbiamo sempre più informarci da soli e osteggiare le decisioni infelici di chi ci governa.
Sul “ritorno al nucleare” si è già scritto molto su internet; si possono trovare facilmente sufficienti informazioni per farsi un’opinione informata e qualche cosa si trova anche sui siti dei maggiori quotidiani.
La prerogativa di Internet è di essere un mezzo bidirezionale che permette a tutti di esprime il proprio punto di vista. Lo faccio quindi anche io su argomenti che mi suscitano interesse, come il nucleare.
Andiamo comunque per gradi. Anzitutto ci sono alcuni fattori di base che onestamente non mi sento di approfondire. Si potrebbe discuterne parecchio e da soli sarebbero sufficienti a togliere qualsiasi dubbio su quanto sia ragionevole il ritorno dell’Italia al nucleare, ma mi limito a citarli:
– Rischio incidenti. Ok è basso, ma è non nullo.
– Smaltimento delle scorie. Cosa volete che sia dover stoccare per 22.000 mila anni dei materiali radioattivi, quando non riusciamo nemmeno a gestire come si deve i rifiuti urbani? Bazzecole.
– Volontà popolare. Sbaglio o abbiamo fatto un referendum per abrogare il nucleare? E’ forse la mia memoria che fa cilecca? ;-) Non dico che non si debba mai cambiare idea, ma almeno mi aspetterei un po’ di discussione prima…
Ho focalizzato invece le mie riflessioni su altri aspetti come quello temporale, quello economico/energetico e sulle alternative possibili.
Scajola dice che vuole posare la prima pietra entro la fine della legislatura, ovvero entro inizio 2013. Spingendosi oltre, afferma che si potrà avere la prima centrale nel 2018-2020. Ora iniziano i miei dubbi. Bastano 5 o 7 anni per realizzare materialmente e rendere operativa una nuova centrale? Bah, non sono un ingegnere nucleare ma tutte le stime che ho letto parlano sempre almeno di 10/15 anni. Aggiungiamo poi il fatto che stiamo parlando dell’Italia, dove ci sono semplici strade in costruzione da quaranta anni! Potremmo forse sperare di avere qualcosa di funzionante nel 2030.
Scusate ma fino ad allora come ci arriviamo? Per aumentare il PIL (come se ce lo imponesse il dottore) continuiamo a consumare sempre più energia, a bruciare petrolio, carbone e gas (incluso quello che servirà per produrre le stesse centrali nucleari e arricchire l’uranio). Nel 2030 cosa avremo? Qualche centrale nucleare che potrà coprire il 10/15% del nostro fabbisogno elettrico a essere ottimisti? C’è davvero da chiedersi se ne valga la pena, e seriamente.
Il nucleare poi è spesso presentato come l’unica alternativa per liberarsi dalla stretta dei produttori di petrolio (soprattutto delle compagnie petrolifere, direi io). Ma che vantaggio c’è a liberarsi dalle compagnie petrolifere per trovarsi poi nella stretta di quelle dell’uranio (ammesso e non concesso che siano diverse)?
Inoltre l’uranio, come il petrolio, non è illimitato. L’unico modo per produrne di nuovo è una supernova, ma a costo di farmi accusare di avere la sindrome “NIMBY”, personalmente eviterei di trovarmi vicino ad un’esplosione stellare!
L’offerta attuale d’uranio è già di parecchio inferiore alla domanda. Oggi stiamo consumando anche le riserve create durante la guerra fredda. Il prezzo continua ad aumentare e sembra che le riserve dureranno non più di 35/40 anni.
Inoltre si devono considerare anche i costi nascosti. In Francia ad esempio l’arricchimento dell’uranio è fatto dai militari e serve anche alla produzione e mantenimento dell’arsenale atomico. Lo stato assorbe questi costi e rende la produzione energetica più economica di quello che sarebbe in realtà. Tanto è che persino negli Stati Uniti (dove la produzione energetica è in mano a privati) e nella più vicina e pacifica Germania non si costruiscono più nuove centrali da decenni.
Sempre riguardo ai costi nascosti, è molto difficile quantificare la spesa per stoccare le scorie, ma per farci un’idea basta pensare che in Italia abbiamo finora speso “oltre 15 mila miliardi di vecchie lire per fermare le centrali, poi dal 1999 a oggi è stato messo sul tavolo un miliardo di euro per bonificare i residui. Ma la sicurezza è lontana. E per fare pulizia si stima che ci vorranno altri 4.300 milioni di euro”.
Ma allora cosa facciamo?
Io credo che esistano già soluzioni alterative al nucleare. Sarà banale ma anzitutto bisogna razionalizzare e ridurre i consumi, alla faccia del PIL. Ad esempio si può risparmiare parecchia energia e idrocarburi con una politica corretta di diffusione dei pannelli solari termici per il riscaldamento domestico (almeno per le nuove costruzioni e per le ristrutturazioni). Si può procedere con la certificazione energetica degli edifici, a partire da quelli pubblici e industriali. Si possono utilizzare in modo più efficiente i combustibili fossili (ad esempio non in centrali a carbone ma passare per la gassificazione del carbone e l’utilizzo dei gas di sintesi così prodotti in celle a combustilile) e così via.
Per la produzione strettamente elettrica è essenziale promuovere la micro-generazione sia solare fotovoltaica (anche se ancora costosa e meno efficace del solare termico) sia per co-generazione. Dobbiamo tutti diventare sia consumatori che produttori e la rete di distribuzione elettrica deve assolvere soprattutto alla funzione di bilanciare la produzione locale e, appunto, distribuire l’energia, anziché disperderla in gran parte per trasportarla per centinaia o migliaia di chilometri.
Per quanto riguarda le centrali (che comunque servono) è molto promettente la tecnologia solare a concentrazione sviluppata da Rubbia. In fondo il sole è la prima fonte di sostentamento del nostro pianeta. E’ illimitata, rinnovabile e pulita. Basti pensare che con un ideale quadrato di specchi di 200 chilometri di lato si potrebbe sopperire alla necessità energetica dell’intero pianeta.
La Spagna che ci ha rubato Rubbia (o meglio gli ha dato asilo) sta infatti progettando 20 centrali solari termiche basate sui suoi studi; al costo di 200 milioni ciascuna e con tempo di realizzazione di 18 mesi (esatto mesi, non anni). Con queste conta di poter produrre un terzo di GigaWatt, ma a costi economici, ambientali e sociali notevolmente inferiori.
Volendo poi divagare un poco, si fa sempre più concreta la possibilità di realizzare la fusione fredda. L’impressione diffusa dai mezzi d’informazione è che sia una chimera, ma gli studi e le realizzazioni pratiche in laboratorio si susseguono e certo è una tecnologia che merita attenzione più che derisione o disinformazione.
Mantenendoci però su quello che e’ realizzabile nel breve periodo, è recente e la notizia che già oggi a livello mondiale si produce più energia grazie all’eolico che al nucleare.
Oltre al solare e all’eolico esistono poi tante altre forme di energie rinnovabili come la già ben sfruttata idroelettrica, ma anche la geotermica, le biomasse, etc..
Termino con una nota di colore. Sapete cos’e’ il “Doomsday Clock”?
E’ “l’Orologio del Giorno del Giudizio” con cui la “Bulletin of the Atomic Scientists” (prestigiosa associazione di scienziati, tra cui vari nobel) indica quanto tempo manca alla mezzanotte della società umana, ovvero quanto saremmo vicini alla fine del mondo come lo conosciamo. Bene, nel gennaio 2007 l’orologio è stato portato a soli 5 minuti dalla mezzanotte. Livello sotto al quale si è scesi solo durante la guerra fredda. I motivi di una tale vicinanza alla fine del mondo sono attribuiti sostanzialmente ai cambiamenti climatici e al rischio nucleare: “Several factors are driving the turn to nuclear power–aging nuclear reactors, rising energy demands, a desire to diversify energy portfolios and reduce reliance on fossil fuels, and the need to reduce carbon emissions that cause climate change. Yet expansion of nuclear power increases the risks of nuclear proliferation.”
Ovvero lo sviluppo dell’energia nucleare, anche se per uso civile, aumenta il “know how” atomico e incoraggia la tecnologia nucleare, anche a fini militari.
Ma torniamo all’Italia. Forse mi sbaglierò, ma sono convinto che nel bel paese i soldi per mega-opere inutili si trovano sempre. TAV, ponte sullo stretto, inceneritori e infiniti altri esempi presenti e passati ce lo insegnano bene! Mentre i pendolari non hanno treni decenti per raggiungere l’ufficio, si realizza la TAV. Mentre lo stipendio non basta più ad arrivare a fine mese si buttano i soldi per bruciare i rifiuti anziché riutilizzarli e riciclarli.
In fondo si sta applicando in tutti i campi lo stesso metodo: si crea un problema (o semplicemente non si agisce e si lascia che accada), si attende che sorga una reazione e alla fine si offre la soluzione. Soluzione che in realtà non risolve il problema evidente, ma serve agli scopi di chi il problema lo ha creato. E’ il caso dei rifiuti, dell’emergenza sicurezza e anche del nucleare.
Quindi che facciamo? Per me dobbiamo parlarne il più possibile, far sentire la nostra voce, stimolare un’informazione vera con convegni o semplicemente discuterne con amici e conoscenti per far sì che sempre più persone sviluppino un pensiero critico e la consapevolezza di quello che accade intorno a noi.
Ma cavoli! dobbiamo proprio accettare tutto sempre in silenzio, alla Fantozzi?
Maicol Bonfanti
La tua analisi è molto accurata e la condivido in pieno. Il problema però, per il mio punto di vista, è a un livello superiore e nessuno ha il coraggio di dirlo: non c’e’ soluzione al problema energetico ! Siamo fott…ti !
Il fatto della pericolosità acclarata dell’energia nucleare, per assurdo, non è poi così preoccupante: stiamo già morendo tutti di cancro. L’incidenza al nord è la più alta del mondo. I più fortunati muoiono di infarto.
E noi (umani) saremmo gli esseri più intelligenti ? In 100 anni abbiamo distrutto la nostra “casa”. Nessun animale ha fatto niente di simile.
L’unica via è la “decrescita”; tornare ad un regime di vita tipo anni ’50. Altro che un’auto a testa come oggi ! Altro che condizionatori e stufe elettriche da esterni (i nostri bar andrebbero multati per questo). Altro che fragole in Gennaio. Prodotti locali e stagionali ! Eccetera, eccetera… Insomma, controllare al meglio e intelligentemente la smobilitazione del nostro “benessere”. Perderemmo poi molto ? Guardandomi in giro non mi sembra; vedo solo Suv, Station Vagon, un’architettura da dementi, inutile e di grande impatto ambientale, ecc… E poi vedo i rapporti tra le persone, e lo vedete tutti.
Alla fine il problema diventa filosofico: il benessere è “essere” o “avere” ? Adesso mi sembra 90% avere e 10% essere. Per quanto mi riguarda dovremmo ribaltare le proporzioni.
Ma questa non è più nemmeno filosofia, è utopia.
Carissimi,
ogni volta che si affronta un tema tecnico si ha la netta sensazione che ben pochi siano i mezzi di informazione disposti a porre le premesse affinché si possa aprire un dibattito basato su dati reali e comprensibili.
In primis, uno dei difetti più radicati consiste nel considerare solo una parte delle fasi del ciclo di vita di un oggetto o di un sistema. Viceversa, per poter stabilire quanto una scelta possa considerarsi proficua o, viceversa, svantaggiosa, bisogna fare uno sforzo per chiarire tutti gli aspetti del ciclo di vita, dalla semplice idea alla dismissione, passando per la progettazione, la realizzazione, la manutenzione.
E tutte queste fasi devono essere analizzate non solo in relazione all’impianto in sè, bensì a tutti gli aspetti socio-economici correlati, cercando così di prefigurare una sorta di story board esteso nel tempo per un periodo sufficiente a raggiungere una sorta di equilibrio “sistemico”.
Ogni nuovo sistema (o anche rilanciato, come sarebbe il caso degli impianti nucleari) presuppone che si cotituisca o si rafforzi una conoscenza diffusa ai più diversi livelli (formazione teorica, università, prassi operative, dirigenza tecnica, coordinamento) che certamente non può essere considerata una variabile illimitata. E nel caso dell’energia nucleare è richiesto nelle sue diverse applicazioni operative un grado di precisione che non si può inventare, né, tantomeno, improvvisare.
Quindi, dobbiamo chiederci quanto costi non un impianto nucleare, bensì il “sistema” nucleare. Nell’interlocuzione con gli operatori del settore, con gli esponenti delle foirze politiche, con gli amministratori, è opportuno porre domande non su singoli aspetti, bensì sullo “scenario” che gli impianti nucleari prospettano. E gli scenari si chiedano per tutte le altre scelte energetiche (fra di esse sottolineo l’opportunità di approfondire il tema della geotermia, particolarmente interessante per la sua caratteristica di fruire, al pari dei sistemi eolici e di una parte di quelli solari, di risorse direttamente presenti nel nostro territorio).
Ciò detto, quand’anche dal punto di vista tecnico si dovesse trovare soluzioni teoricamente illimitate e quindi imperituramente fruibili, la grande sfida che ci attende consiste nel far tornare il nostro stile di vita a dimensioni umane, in piena armonia con le incredibili bellezze della natura, fruendo al meglio della straordinaria fantasia dei nostri sensi, ma questa…..è un’altra storia.
Un caro abbraccio a tutti gli amici di Qui Lecco Libera.
Alberto Ricci
Sempre restando alle dichiarazioni di Scajola. Si è detto di centrali nucleari di ultima generazione da iniziare a realizzare nei prossimi 5 anni (la prima pietra!). Credo sapendo, ma comuqnue giocando sulle parole, Scajola non fa altro che raccontare una balla in questo frangente. Ossia, quelle di cui lui parla sono le centrali cosidette di “terza generazione”, quelle che in Europa si stanno smantellando e non si construiscono più dagli anni settanta. Quelle centrali ultra sicure di cui Scajola parla esistono, sono le “quarta generazione” ma servirebbero almeno 25 di anni per averle a disposizione. Inoltre le centrali nucleari costituiscono un enorme costo, spiegazione al fatto che la maggior parte dei paesi non costrituisce quasi più centrali nucleari. La situazione è più nera di quanto si pensi e saremmo in un mare di guai solo con i problemi energetici, ma sappiamo che ce ne sono tanti altri. Il nostro mondo e il nostro sistema va a petrolio. Se consideriamo che il nucleare, che comunque si ottiene da un materiale di quantità finita come l’uranio di cui già si fanno previsioni sul suo picco, ricopre solo il 6-7% del fabbisogno mondiale, di certo appaiono assurde e insensate le parole di molti politici nostrani(il primo che mi suvviene è Casini). Attualemente non c’è alcun modo per sostituire il petrolio e i combustibili fossili e forse non siamo comunque in tempo per cambiare la rotta, si deve prima di tutto però inziare a risparmiare risparmiare e risparmiare, perchè comunque il petrolio per ora ci serve, daltronde, anche per fare le pale eoliche serve dell’energia……riflettiamo anche su però cosa e quale sistema ci ha portati a questo punto.
La speranza è l’ultima a morire!
Beppe,
non sono d’accordo. Anche io sono convinto che non si puo’ andare avanti così ancora per molto. Per questo ce l’ho con la crescita del PIL, mentre sposo il concetto di decrescita.
Decrescita pero’ non vuol dire impoverimento, anzi. Vuol dire cambiare le priorità. Vuol dire dare lavoro a chi costruisce case con bilancio energetico nullo anzichè all’azienda del gas, a chi gestisce la raccolta differenziata anzichè a chi disbosca per ottenere carta e legno vergine, etc. etc..
E’ un percorso meno difficile di quanto i mezzi di disinformazione di massa vogliono farci credere. E non bisogna confondere decrescita con impoverimento. A riguardo ti consiglio questo articolo: http://www.decrescitafelice.it/?p=122
Non so se abbiamo già superato il punto di non ritorno, ma mi piace pensare positivamente. La terra trova sempre e comunque un punto di equilibrio. Tutto sta a capire se questo sarà raggiunto in un ambito che permetterà lo sviluppo umano o meno. Io sono convinto di si, solo che più remeremo nella direzione sbagliata, più sarà difficoltoso per noi vivere in questo punto di equilibrio.
Alberto,
hai colto nel segno. La mia breve riflessione sul doomsay clock va in questa direzione. E’ il generico discorso su l’eticità dell’uso delle conoscenze in nostro possesso. Il problema non e’ solo la fattibilità del nucleare, ma le conseguenze che porta con se. Il fatto che abbiamo la tecnologia per realizzarlo non lo rende automaticamente realizzabile e auspicabile.
Edoardo,
parole sante!!
grazie a tutti del contributo,
Maicol
Completamente d’accordo… Ma il sole non è una fonte infinita.
Maicol, non ho mai usato il termine “impoverimento” e, anzi, per me la decrescita alla fine è un arricchimento dell’essere.
Per il resto io effettivamente sono un po’ “tragico” ma sento veramente sulla pelle che il punto di non-ritorno è ampiamente superato; mi sento sotto scacco … matto.
Ciao a tutti !
“Ma il sole non è una fonte infinita.”
Zic, direi che una fonte che sarà qui per qualche miliardo di anni può essere considerata, in prima approssimazione, una fonte infinita.
Beppe,
e vero che non hai usato il termine impoverimento, ma siccome parli di tornare a uno stile di vita da anni 50 e consideri una limitazione il fatto di non avere fragole a gennaio, mi sembra che vedi ancora la decrescita come qualcosa di negativo, come un limite.
Invece significa accettare la realtà. Ci sono cose che anche se possono essere fatte, non significa che vanno fatte per forza.
Dobbiamo capire che non avere fragole a gennaio non deve essere visto come un peggioramento di vita, purché significhi averne di fresche, più saporite e senza pesticidi a giugno. E che non dobbiamo costringere altri a non avere il riso per sfamarsi perche’ noi possiamo pagare per il petrolio che serve a coltivare e trasportare le fragole a gennaio.
E capisco la tua sensazione di scacco, ma non e’ detto che siamo già perduti, dobbiamo accettare dei fatti difficili da digerire, ma non per questo meno veri.
Non sta scritto da nessuna parte che il PIL deve aumentare a tutti i costi. Anzi, e’ razionale comprendere che non puo’ farlo. La terra e’ un mondo chiuso e finito, pretendere di crescere all’infinito non e’ razionale.
Ma come dicevo in un altro post sembra sia molto più facile accettare un imbonitore che ci dice che l’unico modo di gestire i rifiuti e’ bruciarli che non pensare che la giusta risposta è cercare di non produrne. Siamo cresciuti facendo rifiuti perché dovremmo smettere? siamo cresciuti pensando che il PIL possa solo aumentare, perché non dovrebbe farlo?
Beh, c’e’ chi e cresciuto pensando che il sole gira intorno alla terra, ma si sbagliava e ora lo sappiamo. Il difficile e’ farlo capire alla maggioranza… e prima che sia troppo tardi
Maicol,
forse non mi so esprimere bene, ma io intendo proprio quello che dici tu. Io NON VOGLIO LE FRAGOLE A GENNAIO ! La trovo un’idiozia totale! Tra l’altro sto portando avanti un’iniziativa (a dire il vero lo farò da Agosto) per riunire i vari produttori agricoli, ittici, caseari della provincia che, forse non tutti sanno, sono numerosissimi e di alta qualità.
Tornare agli anni ’50 per me è inteso come il ritorno a valori positivi e non a una miseria generale.
Sulle previsioni per il futuro poi ognuno fa le proprie previsioni. Io, ripeto, sono pessimista.
Come è difficile farsi capire :-) (sigh!!)
Ciao, ciao !
Beppe,
si, scusami, ho capito che hai capito e la pensi praticamente come me ;-), volevo solo esplicitare meglio la cosa!
Maicol
Per Maicol: odio le approssimazioni. E poi non si può mai sapere cosa succede là fuori, dove l’atmosfera non c’è e le leggi fisiche non sono del tutto note…
Avete visto in Slovenia che è successo? E poi noi vogliamo fare le centrali nucleari…
Ma ci pensate??? Non so come ragionate voi, ma quando c’è una cosa che può essere anche utile, ma con tanti rischi, io non la faccio. Se poi i rischi sono così alti… Se no mi prenderei anche gli acidi: devono essere fantastici, ma rischi di rimanerci sotto. Ecco, gli acidi sono la metafora portante di un discorso sul nucleare: anche ammettendo la nostra (improbabile) capacità di saper gestire la cosa, come ci si pone davanti alla possibilità di un incidente di portata catastrofica?
Dicono che in Slovenia non è successo niente, le solite “fonti ufficiali”… Io mi tengo il beneficio del dubbio, dato che, comunque sia, si sono riversate nell’ambiente cose che non sono assolutamente naturali.
Saluti.
Zic,
la “approssimazione” è reale, ma è sostanzialmente una battuta, davvero non vedo come tu possa considerare il sole una fonte non infinita. Sarai qui fra 4 miliardi di anni quando il sole diventerà una gigante rossa e ingloberà la terra? :)
Forse intendi dire che non e’ disponibile di notte e che e’ soggetta alle condizioni atmosferiche. Beh anzitutto il brevetto di Rubbia prevede la possibilità di immagazzinare il calore per poi utilizzarlo in un secondo momento, tipo appunto di notte. In caso di maltempo puo’ comunque produrre energia, anche se ovviamente di meno. Infine il sole non deve essere la sola fonte di energia, ma, come ho scritto, è fondamentale diversificare con piu’ fonti energetiche, oltre che localizzare e incentivare la co-generazione.
In quanto all’incidente in Slovenia.. beh gia’ me lo vedo: e’ un inconveniente minore, una centrale vecchia, etc. etc.
beh che dire… concordo con te, per quanto sia minimo il rischio il danno possibile e’ talmente alto che dovrebbe scoraggiare in partenza, t’immagini poi cosa puo’ fare un bel terremoto…
Certo si prendono tutte le precauzioni, ma l’unico modo per essere sicuri al 100% di non restare incinta resta solo non fare sesso..!
(chiamato in causa – a proposito di acidi – intervengo sommessamente su un tema che mi accompagna dal lontano ’79: “nucleare? no grazie!)
Quando succede un incidente in una centrale nucleare, non succede mai niente perchè non PUO’ succedere niente. Ovvero: non succede niente di eccezionale, perchè ogni minimo “disguido” è stato schedulato e inserito nella procedura opportuna. Questo equivale a dire che gli incidenti non sono le eccezioni, ma le regole: avvengono. Avvengono nelle case private – avvengono sul posto di lavoro – avvengono nelle centrali idro- o termo- elettriche; dove tuttosommato il bilancio delle energie messe in gioco è dell’ordine dei centesimi o millesimi (o meno) di megaton.
A maggior ragione accadono nelle centrali nucleari, in cui le energie sono dell’ordine di un (1) megaton o della decina di megaton.
Stress dei materiali, lo chiamano.
Gli acidi di Hoffman, per lo meno, se sono consapevolmente assunti interagiscono con una dimensione energetica “persona”… senza tubi, vapore a 300°C, nuclidi vaganti – solo mente e biochimica.
La tecnologia nucleare è arretrata! perchè l’energia che si sprigiona è compatibile SOLTANTO con l’uso militare = distruggi più che puoi nel modo più permanente possibile. Ammettiamolo! non abbiamo “domato” il nucleare, abbiamo soltato provato a giustificarlo valorizzando ipotetici effetti “positivi”; ma il nucleare è stato, è e rimane – per definizione e per genesi – BELLICO.
Chi – come, credevo di aver capito facesse il PD – vuole la convivenza civile, non può ammettere il nucleare.
Pacifisti, retelilliput, SemTerra! Uniamoci per escludere il nucleare dalla società!
X Maicol: mi hai risposto riguardo all’assenza della luce solare di notte, ma per il resto rimango della mia idea… Potrei dirti “chi vivrà vedrà”, ma bisognerebbe vivere un po’ troppo a lungo :-)
L’approssimazione è reale, l’hai detto tu stesso. Le approssimazioni fanno male, portano a dati certi dove i dati certi non ci sono. Cioè ovunque.
X Acidone: consapevolmente assunti una mazza! Basta una piccola imprecisione nella fase di lavorazione e… ciao cervello!
Il discorso degli incidenti non l’ho capito, ma mi consola leggere che siamo d’accordo su tutto il resto: il nucleare è bellico. Troppa energia in mani troppo piccole, giudate da menti troppo stupide.
(nulla di positivo verso gli acidi; troppa gente rimasta sotto, troppi morti – molta accoglienza e fondamentale rispetto verso chi ne fa(ceva) uso. Ma per lo meno, non morti radioattivi. La morte è una tragedia in natura, purtroppo l’uomo prometeico ha cercato di fare di meglio, di competere con la pestilenza, di concorrere per la medaglia d’oro del boia più efficiente)
E’ corretto il ragionamento sull’approssimazione; è proprio innestato sul discorso della quantità di energia. Se approssimi all’1% un 10, hai – se conto giusto – 10,1. Se approssimi all’1% un mille, hai 1010: ovvero in termini assoluti sei fuori scala.
Non credo che il dibattito sia da relativizzare rispetto alle centrali a carbone, alla luce solare, all’impatto ambientale dell’energia eolica.
Credo – a volte son un po’ papalino anch’io – che anzi si debba assolutizzare rispetto alla comprovata ingestibilità del “nucleare” globalmente inteso. Chiediamoci che cosa ne sarà delle 187.000 testate nucleari, attualmente vaganti per il mondo, tra vent’anni!
O vogliamo credere alla fiaba degli “acciai eterni”, che tanta fortuna fece sul lago d’Orta tra i fabbricanti di pentole a pressione?
Zic, Acido,
ribadisco che la mia “approssimazione” era reale, ma sostanzialmente una battuta!
Ribadisco: vista l’aspettativa di vita di un uomo e visto che il sole durerà per 4 miliardi di anni, mi sento di approssimare il sole ad una fonte energetica infinita. Punto. Se trovate un’altra fonte energetica “altrettanto finita” fatemelo sapere..
Maicol
Nessun uomo prometeico, solo il genere umano che cerca di pararsi il fondoschiena dalle cose che ha creato lui stesso.
La metafora degli acidi non era per paragonare la morte per droga a quella per nucleare, solo per ragionare sul “fattore rischio totale”. Chiudiamola qui la metaforona, se no iniziamo a non capirci ;-)
Anche la storia dell’approssimazione, oh, siam qui a parlare di nucleare, non di frasi mal riuscite.
Ecco, è vero, uno spunto l’ha dato Acido: un’argomentazione dei pro-nucleare, non so se la conoscete, è questa…
“… Ma se abbiamo 90 testate nucleari in Italia, centrali nucleari in Francia e sui nostri confini, perchè non la facciamo anche noi? Tanto in caso di disastro paghiamo comunque…”
A sta gente cose si può rispondere? Perchè il ragionamento sembra lineare e non fa una piega… ma io diffido dei ragionamenti lineari… è come dire: “lo fanno loro? allora anche noi!”
Cosa ne pensate voi?
è il lupo che si traveste da pecora e ricorda alle pecore che sono pecore e che (per il loro bene..) devono seguire le pecore davanti a loro..
risultato: tutti giù a pecora.. e intanto il lupo orgasma..
Salve,
io ho scritto proprio a proposito del nucleare una lettera alla mail di Scajola presa dal sito della camera …
alla mail mi ha poi risposto Capo Segreteria del Ministro dello Sviluppo Economico e per quanto io sia ignorante bè nn mi ha convinto molto … cmq se si può io vi posterei qui la mail sia la mia ke la loro risposta … quindi vi lascio la mail e se si può ( xk nn so bene cm funzionao le leggi in qsto caso ) aggiungerò un commento cn la mail …. fatemi sapere sia qui ke sulla mia mail :)
mail : alexbuzz1@hotmail.it
ciao , visto ke nn so se posso pubblicare la sua risposta almeno la riassumo e posto la mia mail :
“Oggetto: Trasmesso via Sito – Centrali nucleari(scorie nucleari) oggi ? energia alternative ?
Salve,
io volevo chiederle se è proprio conveniente fare Centrali Nucleari oggi … 20 anni fa le avrei detto di si ma oggi non si può puntare su energie alternative ? come quella solare eolica ecc…
perchè comunque nel nucleare c’è il rpoblema delle scorie radioattive che in questo caso sarebbero di alta attività (scorie 3° grado) cioè un lungo periodo di decadimento, fino a 100.000 anni. Quindi sapendo che l’ambiente è un tema imprtante, perchè noi ci viviamo , vorrei che mi spiegasse perchè questo è covneniente
grazie
alex buzzella
”
Dr. Giuseppe Guerrera – mi risponde con varie percentuali delle quali non specifica però le fonti … es : un sondaggio per cui il 60 % degli italiani vorrebbe il nucleare .
poi parla di vantaggi ambientali perchè nn si emetterebbero più gas con effetto serra nell’atmosfera ( devo informarmi meglio sul radon se è pericoloso nei posti di prelievo dell’uranio o cmq nei siti di deposito delle radiazioni ecc ) … bè ma dai ke centrano cn l’ambiente tutte le scorie radioattive ???….
ho risposto alla sua mail vi farò sapere se mi rispondono di nuovo :)
ciao ciao
alex buzzella