Affare Bione, la proroga “imposta” e le richieste del gestore

Il 24 gennaio è un giorno importante per il centro sportivo lecchese “Al Bione”. Il gestore -dal 2007, la società veronese Sport Management Spa- ha infatti comunicato la sospensione dell’annunciata chiusura “in vista di un incontro con il Segretario comunale”.

C’è chi ha parlato di un incontro determinante, durante il quale finalmente tutte le carte verranno disposte sul tavolo di una partita dipinta come imprevista e imprevedibile. In realtà –e l’abbiamo dimostrato mettendo in fila i documenti relativi alla vicenda– che il Bione avesse seri problemi in tema di sicurezza e di legittimità del contratto tra Comune di Lecco e gestore era noto da tempo a tutti i protagonisti. Quanto meno dalla fine dell’ottobre 2015, la scadenza del contratto, e cioè quasi un anno e mezzo fa.

Detto questo, c’è un altro documento che merita di essere conosciuto. Si tratta di una lettera spedita dalla Sport Management al Comune il 23 dicembre 2016, un mese fa. È un tassello importante che contribuisce a smontare la retorica della grana improvvisa, cavalcata da chi ora punta a ridimensionare le proprie (ir)responsabilità.

Il frontespizio della lettera inviata dalla società Sport Management al Comune di Lecco il 23 dicembre 2016

Il “gestore” del Bione scrive alla dirigente comunale Maria Lombardi (poi uscita di scena), al direttore Servizio Sport Angelo Malighetti e per conoscenza al sindaco Virginio Brivio e tra gli altri agli assessori Gheza e Valsecchi. Già il 22 dicembre, un giorno prima di questa lettera, il Comune di Lecco aveva richiesto di “procedere alla riconsegna del Centro sportivo”. Ovvero di restituire le chiavi. La società veronese è ben disposta a farlo, “previo minimo preavviso” e “ricordando che la scadenza del contratto è intervenuta il 30 aprile 2016, tenuto conto anche della proroga”.

Il Comune, secondo il gestore, sarebbe invece in “grave ritardo” nel “dare le dovute conferme” rispetto a delle “opere di miglioria” che Sport Management -a suo dire- avrebbe realizzato. Una risposta chiara che l’amministrazione avrebbe mancato di fornire addirittura entro la scadenza del 30 aprile. La società, per questo, è contrariata e usa una parola precisa per definire la “nuova” proroga al 31 dicembre 2016 -quella che l’avvocato del Comune, Mario Pedrazzini, bollerà poi come illegittima-: “La successiva scadenza del 31.12.2016”, scrive Sport Management, sarebbe stata infatti “da voi imposta” (dal Comune di Lecco, ndr) e il gestore si sarebbe “adeguato soltanto a fronte di un riequilibrio economico-finanziario della gestione”.

Che cosa avrebbe dovuto “garantire gli equilibri” per la gestione successiva al 30 aprile 2016? “Il versamento di un contributo […] per l’importo mensile di 15mila euro”, tenuto conto del fatto che, tra le altre cose, sarebbe stato il Comune a “prescrivere” alla società di non poter “offrire abbonamenti e/o soluzioni utili alla fidelizzazione dell’utenza”.

La società elenca le richieste. Valutazione delle opere per poter redigere il verbale di riconsegna del Centro, versamento di un contributo per la gestione “imposta” dal Comune e, infine, un altro punto. Ancora una volta ha a che fare con la sicurezza dell’impianto. “Ribadiamo -si legge ancora nella lettera del 23 dicembre 2016 all’amministrazione comunale- che per il periodo di proroga successivo a quello contrattualmente previsto, non assumiamo alcuna responsabilità neppure con riferimento agli aspetti di sicurezza legati alle carenze della struttura, originarie ed a noi in nessun modo imputabili”. Anche le “carenze” sono note, tanto che è la stessa società a segnalare “la necessità di alcuni lavori urgenti” e a mettere (sulla carta) a disposizione un consulente “anche per agevolarvi nell’avvicendamento della gestione”.

Tutti, com’è scontato e se necessario ancora più evidente, sapevano tutto. La prosecuzione di questa gestione è quanto mai problematica. Sia per le condizioni poste da Sport Management, sia per l’illegittimità di un’ulteriore proroga (economicamente svantaggiosa per la Spa di Verona). A meno che il 24 gennaio -per la prima volta nell’affare del Bione- accadano imprevisti.

Qui Lecco Libera

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *