Bione, le domande rimaste senza risposta
I festeggiamenti per lo sconosciuto “accordo” Comune-Sport Management sul Bione rischiano di coprire i numerosi interrogativi rimasti aperti.
Si pensi alla questione delle vetrate e della loro messa in sicurezza: dopo mesi di inazione, lunedì 23 gennaio alcuni operai avrebbero messo mano alle vetrate la cui (precaria) sicurezza il gestore (Sport Management Spa) aveva già segnalato al Comune fin dall’ottobre 2016. Sorge una domanda: ma se il segretario generale –e prima ancora la dirigente Maria Lombardi, uscita non a caso di scena– non avesse bloccato ai primi di gennaio l’illegittimo “differimento” del contratto disposto dal sindaco Brivio a fine 2016, che cosa sarebbe successo? Chi si sarebbe preoccupato della sicurezza degli utenti e dei lavoratori del centro?
E ancora: dando notizia del presunto “accordo” del 24 gennaio, il Comune di Lecco ha riconosciuto che la struttura potrebbe essere priva delle “necessarie formali autorizzazioni in materia di sicurezza”, che infatti si potrebbe rischiare di dover “ottenere”. Come si concilia questa (incredibile) ammissione con il fatto che solo pochi giorni fa il sindaco di Lecco aveva pubblicamente celebrato il Bione (definendolo “Una delle più belle strutture dell’intera Regione”)? Se si tratta -come vengono dipinte- di inezie, perché non sono state affrontate e risolte per tempo, quando cioè la società (il cui contratto è scaduto nell’aprile 2016) già segnalava ai dirigenti questa mancanza? E, soprattutto, qualora si ritrovasse sprovvisto delle “formali autorizzazioni”, il Bione continuerà a restare aperto in ogni caso?
A meno di smentite, l’assessore allo Sport Stefano Gheza avrebbe dichiarato in questi giorni che “La sicurezza sostanziale c’è, manca quella formale”. Qual è il messaggio che gli amministratori locali intendono veicolare? Che è stata la “forma” l’unico ostacolo?
Non si comprende come si possa affermare che il “differimento” del contratto stabilito dal sindaco (e ritenuto illegittimo dall’avvocatura del Comune di Lecco e dal segretario generale) ha permesso di prendere tempo e arrivare a un “risultato”. Semmai è il contrario. È grazie al parere espresso (prima) dalla dirigente Lombardi e (poi) dall’avvocato Pedrazzini -e alla presa d’atto del segretario generale Luccisano- che il “caso” è esploso. Altrimenti si sarebbe andati avanti (senza legittimità e senza sicurezza) esattamente come prima.
A proposito del “risultato”.
La nota dell’amministrazione post “accordo” con Sport Management va letta con attenzione: “Con la riunione avvenuta questa mattina tra dirigenti e tecnici del Comune di Lecco e Sport Management, le parti hanno iniziato un ciclo di incontri che condurrà alla verifica sui reciproci adempimenti posti in essere durante la gestione del rapporto fino al 31 dicembre 2016”. Parrebbe di capire che si tratti di quella “verifica” che il gestore aveva proposto ancora una volta un mese fa, dicendosi disponibile alla riconsegna dell’impianto. Perché ci si è ridotti solo ad oggi?
La nota sul presunto “accordo” prosegue: “Durante questa fase, l’Amministrazione comunale, con la collaborazione di Sport Management, provvederà a fare quanto necessario per addivenire il prima possibile alla verifica e all’ottenimento delle necessarie formali autorizzazioni in materia di sicurezza degli impianti”. Come sopra: ipotizzando che le “formali autorizzazioni” non ci siano, il centro andrà avanti in ogni caso “fino alla fine della stagione sportiva in corso”? E la “questione” dell’assicurazione assente dal 31 ottobre 2015 (stando al parere dell’avvocatura) come è stata risolta?
Infine: “Nella fase immediatamente successiva, le parti hanno concordato di ritrovarsi per verificare le condizioni per il proseguimento della gestione del centro sportivo Al Bione fino alla fine della stagione sportiva in corso”. Al di là dei tempi ignoti, sfugge il senso del ritrovarsi per “verificare le condizioni”. Queste, oggi, ci sono o non ci sono? Se la risposta è “no”, in forza di quale atto e a quali condizioni di legittimità e sicurezza il Bione è ancora aperto?
Alle domande si aggiunge l’ultimo cortocircuito interno all’amministrazione comunale. Intorno alla definizione dei nodi aperti, specialmente in tema di sicurezza, il Comune di Lecco ha infatti due posizioni diverse. Quella “semplice” del Sindaco e quella “ragionata” dei tecnici. L’hanno messo nero su bianco i dirigenti del Comune Andrea Pozzi ed Elena Todeschini lo scorso 29 dicembre. A proposito della riconsegna del centro e della definizione delle sue condizioni, i dirigenti scrivevano che per “le conseguenti incombenze, i tempi, le disponibilità umane strumentali e economiche, la peculiarità e particolarità del tema, la riconsegna non presuppone un semplice passaggio delle chiavi, ma piuttosto l’avvio di un percorso amministrativo e tecnico da coordinare opportunamente nelle specifiche attività da parte del settore sport”. “Attività che -a detta dei dirigenti- implicano un’azione complessa e articolata con tempi e modalità da definirsi attraverso una ponderata valutazione”.
Una “valutazione” complessa e ponderata che è partita un mese dopo quelle “Osservazioni” dei tecnici. E che comunque dovrà prevedere “l’affiancamento di figure specialistiche per gli aspetti impiantistici (elettrico ed idraulico) da finanziare ed incaricare con provvedimenti ad hoc”.
Non è chiaro se il presunto (e sconosciuto) accordo sia davvero risolutivo -come ostenta oggi l’amministrazione- o se invece la questione sia stata soltanto “differita”. Se tutto è stato appianato, quali sono state le condizioni?
Qui Lecco Libera
Mi sfugge il motivo per cui il comune dovrebbe pagare una societá per tenere aperto il centro sportivo. Possibile che non se ne trova un altra interessata? Altrimenti lo gestisca direttamente il comune; é un servizio di primaria importanza, con delle ottime basi strutturali visto che ospita tanti sport… Mi sembra assurdo che non sia una vera e propria macchina da soldi. Sbaglio o la regione aveva bloccato un bando qualche mese fa?? Motivazione?
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