L’Agorà della Valle san Martino
Cittadini di Calolziocorte: udite udite! La pazzia, cioè scusate, la Piazza Vittorio Veneto impazza…
Siamo agli sgoccioli; oramai al completamento della sontuosissima opera, voluta fortemente dalla maggioranza comunale, manca veramente pochissimo.
Ricordo ancora con le lacrime agli occhi i bei tempi quando nel marzo del 2007 si decise di rinnovare con un bellissimo restyling il salotto buono del paesello della valle san Martino. Inizialmente i soldi stanziati per il rifacimento dell’agorà (che di ellenico forse avrà solo le colonne del parcheggio seminterrato) ammontavano a 1.360.000,00 euro, una cifra esorbitante, stanziata sul notiziario comunale di maggio (2007). Una somma, che corrispose con l’esplosione di una vera e propria guerra civile all’interno del borgo. Infatti, come qualche agguerrito lettore dei giornali locali ricorderà, lo scontro finale fu epico e si tenne il 18 ottobre 2007 tra i banchi della sala consiliare del comune di Calolziocorte. Il contenzioso finì 12 a 10, risultato rugbystico, che vedeva la maggioranza vincere, permettendosi anche di comprarsi un astenuto, che si era schierato prima tra le file dei contrari all’opera, per poi salutarli. Certo, anche se avesse votato contro la realizzazione dell’opera, la maggioranza avrebbe vinto ugualmente, ma la coerenza non abita probabilmente tra le caserme dell’UDC, che dopo questa rinuncia al voto, tirò la campagna elettorale al sindaco Arrigoni nell’aprile scorso. Però questa è storia recente, quindi ritorniamo al 2007.
Era settembre e il notiziario comunale iniziava ad aumentare le cifre. Da quel misero milione e trecentosessantamila euro si passava a 1.800.000,00, una somma altina, che scatenò come accennato prima, quel fatidico scontro risalente all’ottobre scorso.
Intanto i mesi passavano, la banda Prodi cadde dal trono repubblicano italico e il Bel Paese ripiombò nel baratro delle elezioni (aprile 2008).
Anche il comune di Calolziocorte andava verso la trance elettorale. La maggioranza esibiva fiera, come fiore all’occhiello, le innumerevoli opere che in cinque anni avevano portato al miglioramento della città. La lista era lunghissima, sembrava di leggere un libretto degli annunci immobiliari; infatti di libretto si trattò, perché per la cittadella (il riferimento alla Cittadella, patria delle ordinanze sindacali sceriffesche è tristemente dovuto) cominciò ad apparire nelle cassette della posta, degli aventi diritto al voto, un giornaletto, fatto in stile Foglio calolziese (giornale informativo del comune) che tesseva le lodi degli ex assessori, dell’ex sindaco e di alcuni ex consiglieri della maggioranza (esclusi quelli di AN e Forza Italia, che si scissero e parteciparono alle elezioni da soli con il simbolino del PDL e portarono a casa un grande consenso pari al 18% dei votanti). Lo spot elettorale, sotto mentite spoglie, dedicava un paio di pagine alla Piazza V. Veneto, inserendo elaborazioni grafiche, vomitate retoriche sull’utilità del suddetto monumento architettonico e un mucchio di altre parole che ora non ricordo bene (purtroppo preso da un raptus credo di aver addentato quel librettino). Ergo: anche grazie a quella pazzia, pardon piazza, la Lega insieme ai Circoli delle libertà (della rossa Michela) insieme all’UDC (che nelle scorse elezioni candidò Paolo Cosumano, che mi pare abbia preso nove anni di carcere grazie alle sue scorribande per la Valle san Martino) insieme alla Destra (partito che si rivede nei fantastici ideali del ventennio) vinse le elezioni con una schiacciante maggioranza.
Il paese era in visibilio e c’era gente in giro con il megafono, gente che ragliava, gente che urlava. Quel giorno c’erano proprio tutti. Tuttavia la festa durò solo poche ore. Infatti, poche settimane dopo le elezioni, la Provincia di Lecco stampava un articolo in cui il rammaricato sindaco Arrigoni parlava di un patto di stabilità, un paletto invalicabile per le innumerevoli opere decantate in campagna elettorale (paletto che si protrarrà fino al 2010-2011).
Solamente una cosa salvava la faccia al sindaco: la piazza. Purtroppo i lavori erano già iniziati prima della fine del suo primo mandato, ma era proprio quest’onerosissimo obbrobrio che bloccava tutte le altre opere (peccato che in campagna elettorale il sindaco si era dimenticato di dirlo ai suoi elettori). Così i piccoli interventi come l’ampliamento della scuola elementare di Rossino, la pavimentazione e la fognatura di Via Innominato, la manutenzione straordinaria del cimitero con ampliamento di posti, il II lotto dei campi di calcio e l’ampliamento della scuola elementare di Lorentino passarono in secondo piano a data da destinarsi.
Il patto di stabilità aveva proprio giocato un tiro mancino alla popolazione che ignara aveva segnato la casella del sindaco uscente, convinta che tutto quello che prometteva fosse oro colato.
La vicenda, in ogni modo, non finisce qui. Si va a storia recentissima. È il 14 novembre 2008 ed in consiglio comunale la maggioranza approva una variazione ad opera in corso, per il completamento dell’opera, di 335.000,00 euro. La cifra per il rifacimento del Vittorio Veneto nostrano si assesta così sui quattro miliardi delle vecchie lire precisamente sui 2.155.000,00 euro. L’intervento di 335.000,00 euro servirà anche per l’allestimento di un palco all’interno della piazza (così oltre al bar, ci sarà un’altra struttura, che di sicuro potrà accogliere tutta la popolazione per magnifiche manifestazioni culturali).
E’ questa, in breve, la storia che porterà Calolziocorte finalmente ad avere una piazza come si deve anche se il fatto che all’interno del progetto non ci sia una fontana mi fa rimanere ad ogni modo perplesso.
Daniele Vanoli
Bello leggere il Vanoli… :-) bravo!
bel articolo !
Caro Daniele, avrei piacere di conoscerti di persona. Se non altro per scambiare due battute su ciò che sembra star a cuore di entrambi…il bene di Calolziocorte.
Ciao.