Leuci, un addio a due terzi

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Il Comune di Lecco ha deciso di cambiare la destinazione d’uso dei due terzi dell’area della Leuci. L’impegno è scritto nero su bianco all’interno della versione risalente al 30 gennaio 2014 -e quindi successiva alla nostra prima denuncia- della “lettera d’intenti” avente per oggetto “per la parziale reindustrializzazione dell’area Leuci di Lecco”.

L’ha fatto senza alcuna discussione all’interno del Consiglio comunale, che nell’ottobre di due anni fa (15 ottobre 2012) aveva votato all’unanimità un ordine del giorno che -tra le altre cose- sosteneva: “Si tratta di aree (quelle della Leuci, ndr) con evidenti finalità sociali e per questa ragione, anche per l’area Leuci, le proprietà non potranno operare puntando a rendite speculative, ma saranno chiamate a impegni concreti per assicurare una destinazione coerente con il lavoro, il bene comune e le finalità pubbliche delle relative aree”. Avevamo anticipato la capriola politica -un mese fa- pubblicando la bozza di lettera d’intenti tra le istituzioni locali, la proprietà Leuci e le due imprese subentranti nel “magazzino materie prime”. Una bozza che qualche improvvisato ha definito “sottobanco”, offrendo il fianco alla difesa sorda del Sindaco e di qualche funzionario sindacale. Credendoci disarmati, l’assessore Volonté definì il contenuto delle nostre (corrette) rivelazioni delle “illazioni”. Il giorno dopo dovette ricredersi. Completarono il lavoro il Sindaco Brivio (“Qui Lecco Libera fa perdere 30 posti di lavoro”) e il segretario Cgil-Lecco Wolfango Pirelli (“Qui Lecco Libera è in campagna elettorale”), senza che alcuno levasse un fiato (peccato, davvero). Pirelli ci ha abituato agli sbalzi di convinzione. Il 4 novembre 2010, infatti, dichiarava alla stampa locale -a proposito della Leuci-: “noi del sindacato siamo contrari a qualsiasi modifica d’uso delle aree industriali, siamo contrari alla trasformazione ad uso commerciale, residenziale e turistica”.

La Provincia di Lecco - 4 novembre 2010

(La “coerenza” di Pirelli – La Provincia di Lecco, 4 novembre 2010)

Ad ogni modo, com’è nostra abitudine, ecco i dati di fatto. Anche la versione del 30 gennaio scorso della lettera d’intenti ricalca perfettamente quanto da noi anticipato, togliendo ogni alibi a chi vuole interpretare diversamente lo scambio: Pisati ottiene il cambio destinazione d’uso dei due terzi dell’area e si impegna a affittare o vendere un terzo (7mila metri quadrati, il magazzino materie prime) mantenendolo quindi produttivo. Può piacere o meno, ma questa è la realtà.

Nell’ordine (dalla lettera d’intenti del 30 gennaio 2014 che pubblichiamo):

– “La firma del Patto territoriale, che dovrà avvenire entro il 30 marzo 2014, sarà contestuale alla conclusione della trattativa tra gli imprenditori firmatari della presente lettera d’intenti e all’avvio delle procedure per la variazione della destinazione d’uso di una porzione dell’area Leuci e di conseguenza alla variante urbanistica che questo prevederà”;
– “La Leuci Spa conferma che la sua disponibilità alla vendita dell’immobile identificato come edificio 3 […] è condizionata al cambiamento di destinazione d’uso della restante parte dell’area”;
– “Il Comune di Lecco […] conferma l’impegno ad avviare le procedure previste dalla legge affinché, conformemente al Patto Territoriale, una parte dell’area stessa possa avere una diversa destinazione d’uso”.

“Una parte”, “una porzione” hanno una sola dimensione, ed è scritto nella lettera: “la restante parte dell’area”. E cioè i due terzi.

È interessante poi rilevare che tra le premesse dell’ultima lettera d’intenti, casualmente, non sia affatto citato l’ordine del giorno votato dal Consiglio comunale il 15 ottobre 2012, proprio quello che aveva sancito il vincolo ad area industriale e artigianale dell’area -contro “rendite speculative”-.

Concludiamo sui posti di lavoro. Il Sindaco di Lecco sostiene che la trasparenza li faccia perdere. Opinione sorprendente ma legittima. Dovrebbe spiegarci però come mai nella lettera di intenti non si faccia alcun riferimento ad una quota precisa di posti “mantenuti”. È una domanda retorica, visto che nella lettera d’intenti è possibile (incredibile) leggere che questo compromesso al ribasso è ritenuto dal Comune “un’iniziativa positiva, in quanto finalizzata a favorire l’insediamento in città di attività economiche che creeranno nuovi posti di lavoro”.

A differenza dell’Amministrazione, noi non abbiamo cambiato idea. Ed è per questo che riproponiamo le semplici questioni che avanziamo da un mese:

– In forza di quale mandato il Comune di Lecco avrebbe confermato un precedente impegno a cambiare destinazione d’uso all’area Leuci, contraddicendo quanto deliberato dal Consiglio comunale non più tardi di un anno e mezzo fa? Secondo quali valutazioni o passaggi istituzionali?
– Vi sono già state delle proposte da parte della proprietà a riguardo del destino di quelle superfici (residenziale, commerciale, altro)?
– Data l’area messa a disposizione da Leuci Spa (7mila mq), è ancora ipotizzabile un polo produttivo credibilmente alternativo in grado di assorbire i lavoratori della Leuci?
– Stando agli accordi più recenti, quanti posti di lavoro sarà in grado di assicurare (assorbendoli) il ridimensionato polo alternativo?

Qui Lecco Libera

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