Che cosa succede all’ospedale di Lecco?
Premessa
È un periodo difficile per i vertici dirigenziali degli ospedali di Lecco e Melegnano. Nei loro confronti, infatti, Regione Lombardia ha confermato in questi giorni la proroga del periodo di commissariamento. Le due “aziende ospedaliere” lombarde sono rimaste coinvolte a maggio nell’inchiesta della Procura di Milano chiamata “Ecantochiri”. Quell’operazione non ha interessato soltanto alcuni “responsabili” degli appalti di Expo 2015 (Angelo Paris, Enrico Maltauro, Primo Greganti, Luigi Grillo o Gianstefano Frigerio tra gli altri), ma anche Mauro Lovisari -allora direttore generale dell’ospedale di Lecco-, Paolo Moroni e Patrizia Pedrotti -rispettivamente dg e direttore amministrativo all’Ao di Melegnano-.
Lovisari, raggiunto da un’informativa di garanzia per l’ipotesi di reato di turbativa d’asta, avrebbe -secondo l’accusa che ne ha chiesto all’epoca la custodia cautelare- partecipato al condizionamento di una gara d’appalto dell’aprile 2013 a favore della “Servizi Ospedalieri Spa” di Ferrara che concorreva a Lecco per il servizio di lavanderia.
Professatosi “estraneo ai fatti”, Lovisari si è però visto sospendere dall’incarico -per “autotutela dell’immagine della Regione Lombardia”- e sostituire dal commissario Giuseppina Panizzoli, già direttore generale Sport e politiche per i giovani, su ordine della Giunta regionale (che come detto ne ha prorogato il periodo di gestione anche oltre il termine del 30 settembre).
Sono risultate difficilmente giustificabili, al di là del profilo penale, le intercettazioni riportate nell’ordinanza di custodia cautelare. Il 4 aprile 2013, ad esempio, convocato al Centro culturale Tommaso Moro “coordinato” da Gianstefano Frigerio -presunto “capo, promotore e organizzatore dell’associazione” colpita dall’inchiesta milanese- l’ex dg lecchese Lovisari discute di nomine pubbliche dei vertici delle aziende ospedaliere e si sbilancia: “Ecco -dice a Frigerio- a proposito di Lecco perché vale la pena già, tu sei uno che guarda molto avanti, Lucchini è uno dei tuoi?”. “Sì è un mio amico”, la replica di Frigerio. E Lovisari, di nuovo, “esatto, allora Lucchini secondo me è ottimale, come mi muovo io, lui va all’Ospedale di Lecco lo trova in ottima salute”.
Oppure l’11 aprile 2013, quando Lovisari torna al Tommaso Moro -per i Pm quel locale è lo “schermo e base logistica operativa per definire le strategie di intervento sugli enti pubblici con riferimento alle procedure di appalto”- per discutere dell’appalto della lavanderia ospedaliera lecchese. E Frigerio avrebbe detto: “io faccio fare pulizia (bonifica microspie ndr) ogni sei mesi”. E Lovisari: “bene bene”. E Frigerio: “Io c’ho un mio amico carabiniere”. E Lovisari: “No bisogna esser cauti sì sì”. L’espressione “(bonifica microspie ndr)” è riportata dagli operanti che ascoltano la conversazione.
Francesco Sorrentino e quel contatto all’ospedale di Lecco
Allo scossone “Ecantochiri” si aggiungono ora alcuni dettagli -ben più datati nel tempo rispetto ai fatti contestati a Lovisari- contenuti in alcune relazioni della Guardia di Finanza di Lecco risalenti al triennio 2009-2010-2011, allegate al fascicolo dell’inchiesta antimafia “Metastasi”, che il 2 aprile 2014 ha portato a dieci arresti nel lecchese.
Protagonisti in questo caso sono due personaggi del tutto estranei al merito dell’ordinanza di custodia cautelare di “Metastasi”: si tratta di Francesco Sorrentino -odontotecnico già in convenzione con l’ospedale di Lecco ed ex consigliere comunale a Lecco per la Lega Nord, arrestato lo scorso aprile per concorso in concussione- e Giuseppe Antonio Cusumano, che risulta essere oggi il responsabile del settore Attività amministrative territoriali dell’ospedale Alessandro Manzoni di Lecco nonché segretario e coordinatore amministrativo della segreteria del “Comitato etico interaziendale” delle Province di Lecco, Como e Sondrio.
Secondo una nota dell’ottobre 2009 redatta dagli uomini delle Fiamme gialle di Lecco, Sorrentino -l’odontotecnico- “era riuscito a potenziare il proprio portafoglio clienti grazie all’ottenimento di una convenzione con l’Azienda ospedaliera di Lecco”. Convenzioni che, si legge nella nota, “sono state stipulate […] per il tramite dell’ufficio retto dal dott. Antonio Giuseppe Cusumano”. Quello stesso Cusumano che, sempre a detta della Gdf, avrebbe puntato “all’ottenimento di un incarico di rango superiore all’interno dell’Azienda Ospedaliera di Lecco”.
In una telefonata tra i due dell’ottobre 2009, Cusumano “evidenziava” a Sorrentino “la necessità di intercedere, anche ‘oleando gli ingranaggi’, per l’ottenimento della nomina a dirigente” (citazioni a cura dei finanzieri). L’odontotecnico pare preoccuparsene, e il 18 ottobre 2009 confida a un ortopedico dell’ospedale i suoi “sforzi”: “Cusumano, il responsabile del poliambulatori adesso tu fai conto che con gennaio lo faccio diventare responsabile sul territorio”. La nomina scatta puntualmente proprio dal primo gennaio dell’anno successivo (2010). A darne notizia all’interessato fu proprio Sorrentino, con un sms del 28 ottobre 2009: “1 gennaio tutto ok!”. “OTTIMO,FRANZ!CIAO”, la replica di Cusumano, che -è bene ricordarlo ancora una volta- è attualmente segretario del “Comitato etico interaziendale” di Lecco, Como e Sondrio.
I contatti proseguono anche dopo l’effettivo raggiungimento di quella che Sorrentino chiamava “questa posizione” da portarsi “a casa”.
Tra coloro che Cusumano “ringrazia” c’è anche anche Stefano Galli, ex consigliere regionale in quota Lega Nord già coinvolto nell’affare dell’utilizzo distorto dei rimborsi pubblici. Il 12 gennaio 2010 Cusumano gli invia un sms: ““Buon giorno caro Stefano, tutto a posto?.. dal primo di questo mese sn dirigente, ieri ho personalmente visto la delibera,sn contento e piu’ sereno. Ti ringrazio di cuore per la tua attenzione.Con stima e amicizia agcusumano. Quando puoi passa che ci prendiamo un caffe’insieme che mi fa piacere!”.
La conclusione dei militari -che non ha trovato però traduzione poi nell’ordinanza di custodia dell’inchiesta Metastasi, è bene tenerlo a mente- è lapidaria: “Le numerose risultanze investigative emerse durante le conversazioni telefoniche intercettate hanno permesso, come già accennato, di ottenere importanti elementi probatori che confermano lo stretto legame in essere tra Sorrentino Francesco e Galli Stefano i quali si sono attivamente adoperati per far ottenere al Cusumano Antonio Giuseppe un incarico di prestigio all’interno dell’Azienda Ospedaliera di Lecco”.
Ma l’”apice” si è raggiunto nel novembre 2009. Il 30 di quel mese l’odontotecnico Sorrentino -che nel tempo risulterà in convenzione con l’ospedale di Lecco-, forse per “eccessiva” riconoscenza, si fa vivo dalle parti di Cusumano e del suo staff. Su indicazione dell’assistente di quest’ultimo, Sorrentino si propone infatti di acquistare un iPhone 3GS dal valore di “oltre 700 euro”.
“Allora ci sono due telefoni di punta, però sentivo lui stamattina eh… propenderebbe diciamo no, se dovesse fare un acquisto”, riflette a voce alta l’allora assistente di Cusumano, dettando lettera per lettera il nome del prodotto Apple. Sorrentino: “Cos’è l’I-Phone”. L’assistente: “L’I-Phone è il telefonino cult di Apple”. Sorrentino: “I-Phone!”. E l’altro: “Si scrive I… P… H… O- N… E…”. E Sorrentino: “Allora aspetta I…P”. Quell’altro ancora: “P…H…”. Sorrentino, finalmente: “Si”. L’altro prosegue: “O…N…E”. E Sorrentino, ancora alle prime armi in materia: “Ma tu hai una marca fondamentale da farmi prendere?”. L’altro, più esperto: “Si ce ne solo uno diciamo…”.
“Tu dimmi cosa devo prendere velocemente mi dici i-Phone poi vai al sodo”, assicura Sorrentino. “Bianco o nero?” chiede l’odontotecnico in convenzione con l’ospedale proprio per merito dell’ufficio retto da chi avrebbe dovuto teoricamente ricevere il cadeau (a Galli, secondo i finanzieri, spetterà un orologio Baume&Mercier del valore di circa 2mila euro, sempre da parte di Sorrentino). “Ma io penso nero, più elegante a lui piace il nero”, è la replica dell’assistente.
(un estratto della nota della Guardia di Finanza di Lecco)
Di penalmente rilevante, come i fatti hanno dimostrato, nulla è stato provato. Però è un fatto oggettivo, e non certo elegante, che tra due soggetti teoricamente distinti e distanti -un odontotecnico allora in convenzione con l’ospedale e uno dei responsabili dell’ufficio dedicato proprio alle convenzioni del Manzoni di Lecco, stando a quanto riportato dalla Gdf- vi siano stati contatti quanto meno sconsigliabili. E che necessitano immediate risposte da chi oggi si occupa della salute dei cittadini.
Qui Lecco Libera
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Nel tardo pomeriggio di giovedì 2 ottobre l’Ospedale di Lecco ha rilasciato ai media locali questa nota:
“In merito alle notizie apparse , oggi, sul sito web Qui Lecco Libera e relative a vicende che sembrerebbero aver interessato un proprio dirigente, l’Azienda Ospedaliera della Provincia di Lecco informa di aver avviato , immediatamente , una verifica interna”
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