Chi vuole rimuovere “Metastasi”

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Come abbiamo detto, gli arresti seguiti all’operazione antimafia “Insubria” impongono attenzione. La nostra, e quella di chi ci ha sostenuto e supportato, è viva da tempo e non conosce le “pause” dei partiti.

Non crediamo però alla retorica della “inchiesta epocale” o del colpo definitivo alla ‘ndrangheta lecchese. Anche perché, ordinanza di custodia cautelare alla mano, i soggetti interessati in “Insubria” paiono “distanti” da questioni di preminente interesse sociale. Nessun contatto con la politica -acclarato in ordinanza di custodia cautelare, quanto meno-, nessun aggancio imprenditoriale di rilievo. Pochi, inoltre, gli indagati attivi nel tessuto economico lecchese, certamente non paragonabili ai presunti membri delle altre due locali coinvolte.

Eppure coloro che all’epoca di “Metastasi” hanno indossato i paraocchi dinanzi a ben altre fattispecie, oggi gonfiano “Insubria”, in un dichiarato gioco alla rimozione storica delle responsabilità politiche enormi che emersero allora.

Per rompere questo artificio proseguiamo nell’azione di approfondimento dei fatti emergenti dagli atti allegati al fascicolo di “Metastasi”, al solo scopo di contribuire a stimolare nella cittadinanza interrogativi che riteniamo ineludibili. Tornando –come già fatto nel caso dell’Ospedale di Lecco e di un suo elemento dirigenziale di spicco– sul personaggio lecchese Francesco Sorrentino, odontotecnico già in convenzione con l’ospedale di Lecco ed ex consigliere comunale in città per la Lega Nord, arrestato lo scorso aprile per concorso in concussione nell’ambito di tutt’altra inchiesta.
Pur avendo rappresentato l’avvio dell’indagine Metastasi, infatti, è doveroso sottolineare che Sorrentino non è stato coinvolto in alcun modo negli arresti “relativi” all’inchiesta gravitata poi sul Lido di Parè.

Ciò detto, in alcune relazioni della Guardia di Finanza di Lecco risalenti al triennio 2009-2010-2011, allegate al fascicolo dell’inchiesta antimafia di aprile, emergono i contatti informali, penalmente irrilevanti ma socialmente interessanti, tra Sorrentino, alcuni componenti delle forze dell’ordine e un alto dirigente dell’Agenzia delle entrate.

Ecco gli estratti che permettono di ricostruire una parte della rete di conoscenze e, in taluni casi, “favori”, su cui poteva contare, quanto meno fino al 2010, l’ex consigliere comunale di Lecco. Non c’è alcun reato, solo fatti contenuti nel fascicolo che ci limitiamo a riportare, sospendendo il giudizio -senza chiudere gli occhi-. Interessano, crediamo, a un tessuto sociale che voglia dirsi esistente, cosciente, pronto.

Iniziamo (le fonti le abbiamo citate sopra) da due componenti dell’allora compagnia lecchese della Guardia di Finanza, compagnia cui va comunque riconosciuto il merito dell’inchiesta. Sono un allora maresciallo capo ed un maresciallo ordinario.

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E ancora.Massaro-13-10-2009

Cui fa seguito il rapporto con un sottufficiale dei Carabinieri.

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Ed infine le conversazioni con quello che i finanzieri qualificano nel 2009 quale l’allora capo area dell’Agenzia delle entrate di Lecco.

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La domanda di fondo, forse banale e che forse deluderà gli schizofrenici commentatori dell'”epocale”, è duplice: va tutto bene? E, soprattutto, qual è il dito e quale la luna?

Qui Lecco Libera