Bodega, Sorrentino e il fascicolo dell’inchiesta “Metastasi”

Lorenzo Bodega e Francesco Sorrentino

(Lorenzo Bodega e Francesco Sorrentino nel 2012, fotografia tratta dal Corriere di Lecco)

La candidatura a sindaco di Lecco per conto del Nuovo Centrodestra e di una lista civica che porta il suo nome conferisce a Lorenzo Bodega la rinnovata natura di uomo pubblico.

Ed è in forza degli oneri di responsabilità e trasparenza che questa “natura” impone che intendiamo porre alcune domande all’ex senatore, alla luce di fatti penalmente irrilevanti ma politicamente non aggirabili che emergono dal fascicolo agli atti dell’ormai nota inchiesta “Metastasi”. E che lo riguardano.

O meglio: che riguardano Bodega, la sua compagna, l’odontotecnico già consigliere comunale lecchese della Lega Nord Francesco Sorrentino -arrestato nell’aprile 2014 per concorso in concussione insieme a un dirigente del Comune di Lecco nell’ambito di tutt’altra inchiesta- e l’ex consigliere regionale Stefano Galli (allora in quota Lega), poi travolto dalla vicenda “spese pazze” in Regione.

Il periodo oggetto dell’analisi della Compagnia di Lecco della Guardia di Finanza che -stando agli atti del fascicolo- sta allora indagando su Sorrentino va dalla fine del 2009 ai primi mesi del 2010. È il tempo dell’epilogo dell’amministrazione di Antonella Faggi (Lega Nord), succeduta proprio a Bodega nel 2006 e poi sfiduciata dalla maggioranza del Consiglio comunale, e, qualche mese più avanti, delle elezioni regionali.

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Tra i primi contatti registrati dalle Fiamme gialle ce n’è uno, significativo, del 3 novembre 2009. La compagna di Lorenzo Bodega è al telefono con Sorrentino. “Il tuo medico li di Oggiono che era insieme a te, com’è che si chiama”, è la domanda rivolta all’odontotecnico. Fatto il nome, la donna puntualizza: “e ma vuole andare al SanPaolo come, come ospedale, e devo far intervenire io glielo (sic) detto a Lorenzo che lo diceva a Galli, devo farlo intervenire”. “Ma non riesce”, dice Sorrentino, del resto “il SanPaolo è il centro studi dell’odontoiatria figa, questo vuole andare giù a fare il professore”. “E me lo avevi detto che ti sta un pò sulle balle -aggiunge la compagna dell’ex senatore, che rincara- per quello che io ho detto chiedo prima a Sorrentino ma me lo ha detto già da due settimane ma io l’ho già chiesto a Lorenzo ma che cazzo puoi fare non è che fa miracoli Lorenzo”. Non fa miracoli il “Lorenzo” citato dalla compagna di (Lorenzo) Bodega. Si trattava dell’ex senatore? Se sì, l’interessato ricorda di aver interagito insieme a Stefano Galli a proposito di nomine inerenti alla Sanità lombarda?

Le carte portano poi al 6 novembre 2009, poche settimane dopo la caduta di Faggi, quando la Lega Nord è alla ricerca al proprio interno dei traditori della Giunta (che avrebbero agito in combutta con i rappresentanti di Comunione e liberazione). Durante quella riunione ad hoc, Roberto Castelli avrebbe sollevato allora i propri dubbi sull’odontotecnico e sui voti garantiti in passato al partito di Bossi. Il giorno dopo Bodega aggiorna Sorrentino: “(Castelli, nda) Ha detto che è stata una apparizione strana la tua poi con tutti quei voti li che non si sa dare ancora una spiegazione da dove son venuti”.

Sorrentino è tranquillo e la conversazione si chiude con una risata. Ma da quel momento è un crescendo di contatti.

Fino a raggiungere il febbraio 2010. L’ex consigliere regionale Stefano Galli corre per la riconferma elettorale ma i vertici della Lega Nord l’hanno estromesso dal listino bloccato. Tocca raccogliere le preferenze e condurre la campagna elettorale (alla fine i voti saranno 4.711, sufficienti a garantirgli la rielezione). Tutto ciò però ha un costo. Chi si fa avanti è Francesco Sorrentino, il quale per sua stessa ammissione al telefono sostiene di aver aiutato Galli dal punto di vista economico.

I finanzieri, prima di dar voce agli interessati attraverso le intercettazioni, scrivono: “L’ascolto delle conversazioni telefoniche sulle utenze in uso a Stefano Galli e Francesco Sorrentino ha permesso di appurare che il sostegno di quest’ultimo non si è tradotto in mera opera di proselitismo, ma è consistito anche in aiuti di natura economica direttamente nelle mani del Galli. Dette elargizioni, consigliategli dal senatore Lorenzo Bodega e da […], quantificate in 5.000 euro, sono finalizzate a rinsaldare il rapporto che corre tra il consigliere regionale Stefano Galli e Francesco Sorrentino, nell’ottica di una futura ‘riconoscenza’ di natura politica da parte del Galli”.

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Il 16 febbraio 2010 Sorrentino è di nuovo al telefono con la compagna di Bodega. “Mi sono trovato con Galli dai”, le spiega. E aggiunge: “gli ho dato una bella mano”. Sorrentino, al telefono, ha le idee chiare: “Gli ho detto che non voglio una lira, spero che si ricordi […] Però questa volta spero che Galli qualcosa mi porti figa, e non sia il lavoro in ospedale che ho tirato fuori ventotto mila (euro, nda)”. L’odontotecnico vuole di più e chi gli consiglia di finanziare il politico Galli è l’allora senatore Bodega. Lo conferma una conversazione tra i due, sempre di quel giorno di febbraio. “Ho fatto quello che mi hai consigliato te” dice Sorrentino a Bodega a proposito dell’incontro avuto con Galli. “Eh… e lui cosa voleva?”, chiede l’interlocutore. “Eh, ne voleva il doppio”.

Il giorno dopo si risentono. Sorrentino informa Bodega della costosa strategia elettorale di Galli, intenzionato a trasmettere i propri spot attraverso l’acquisto di spazi sulla tv locale Rete Unica. “Diecimila euro”, è il preventivo riportato da Sorrentino, che mette però le mani avanti: “Lorenzo io io non so cosa dire, io dico semplicemente se posso dare una mano, la do. […] Logicamente, logicamente fino fino ad un certo limite”. “Eh sennò fai un mutuo cazzo, cosa devi fare”, se la ride Bodega.

Poche ore più tardi Sorrentino è ancora al telefono con la compagna di Bodega. Galli gli avrebbe chiesto altri cinquemila euro. “Adesso lo chiamerò -spiega l’odontotecnico- e gli dico Stefano io non posso, cioè perchè un conto è dare una mano, un conto è, sono le cifre del genere, capito […]?”. La preoccupazione del finanziatore (Sorrentino) è che il finanziato (Galli) possa poi non essere rieletto e il suo investimento rivelarsi un fallimento. La compagna di Bodega lo tranquillizza: “Hai lo zero virgola un per cento di prenderla nel gobbo”. E poi Galli è un tipo riconoscente: “Malugani, quello che gli è stato vicino è diventato Presidente delle Ferrovie del Nord” precisa la compagna di Bodega, che resasi conto della pesante affermazione (tutt’ora attuale consultando questa pagina http://www.ferrovienord.it/chi_siamo/management.php) ripiega: “Però è inutile stare qua a parlare, non va bene parlare al telefono”.
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L’ipotesi assillante è che Galli possa tradire le promesse. Sorrentino ne parla con un’altra persona, alla fine del febbraio 2010, riportando le frasi che avrebbe riferito a Galli stesso: “Gli ho detto ‘Galli mi inculi? Attenzione che potrei essere un mafioso veramente, stai attento… che io mi sbatto ma quando busso devi rispondere perchè questa volta mi impegno per l’amor di Dio non ti verrò a chiedere delle cose fuori dalla norma ma quando ti dico che ho bisogno di sistemare una persona la persona me la sistemi fine…intanto me la sistemi per cinque anni perchè poi devi correre ancora è questa la realtà è’… non è che ti sistemano le persone a vita quella gente qua è… cioè Malugani che ha preso un incarico alle ferrovie nord da centocinquantamila euro l’anno è sistemato per cinque anni… si ok fa una bella tettata perchè centocinquanta per sei fa novecentomila euro dai il quindici per cento al partito pagaci le tasse fai il conto di quello che ti rimane attaccato”.

Ma l’insistenza di Sorrentino porta la compagna dell’attuale candidato sindaco a rivelare un altro particolare interessante, che la Guardia di Finanza riassume così: “in altra conversazione emergeva anche la figura di un altro finanziatore di Galli Stefano, individuato” in uno stretto parente del “più noto On. Bodega Lorenzo”. È il primo marzo 2010 e la donna è risentita: “Ma mi sembri anche un pò tonto -si lamenta con Sorrentino che la incalza per sapere chi contribuisca insieme a lui alla campagna di Galli- sarà intervenuto qualcuno non Lorenzo no? cioè non farmelo dire al telefono, eh queste cose non si posson dire al telefono cazzo”. “L’ha portato dal (omissis) va bene?”, aggiunge poi stremata. “Ma vedi che mi fai dire le cose al telefono e mi girano i coglioni”. “Vieni giù mi parli è quello che ti voglio dire non c’è niente di nascosto perchè Lorenzo a lui gli gira il cazzo di dire queste cose al telefono va bene?”. Sorrentino allora si placa: “Io l’unica cosa, l’unica cosa prendo atto di questa situazione se me li viene a cercare, eh, gli dirò, eh Stefano (Galli, nda) io ascoltami io una mano te la sto dando spero che ti ricorderai punto fine. Do ut des. “Però fammi un favore, ecco d’ora in poi da questo momento in poi fai un fioretto -lo prega la compagna di Bodega-. Queste cose non dirmele più al telefono dai cazzo”.

Alle nostre domande dell’aprile 2014 sulla natura delle loro frequentazioni, Lorenzo Bodega ci disse di aver interrotto ogni rapporto con Sorrentino nel 2013 a seguito di divergenze politiche sorte nel movimento “Siamo Gente Comune”, fondato con l’ex vicepresidente del Senato Rosy Mauro dopo la diaspora leghista. Nel 2010, invece, i contatti erano assidui. E per bocca di Sorrentino e di persone molto vicine all’ex senatore si trattava di contatti controversi, da tenere talvolta lontano dai telefoni.

Ci si chiede se Lorenzo Bodega ricordi la circostanza politica (non penale) del finanziamento di Francesco Sorrentino alla campagna elettorale di Stefano Galli, e -ribadito ancora una volta che non si tratta di questioni da codice penale ma di comportamento etico-politico- abbia voglia di chiarirla. E, soprattutto, se abbia mai parlato con la sua compagna di favori o riconoscenze che quest’ultimo (Galli) avrebbe potuto garantire a chi gli fosse stato “vicino” durante le elezioni (come accaduto, stando alla viva voce della compagna di Bodega, per Carlo Malugani -quota Lega Nord, già presidente del Consiglio provinciale a Lecco- alle Ferrovie Nord).

È sconfortante il quadro elettorale che si sta dipanando agli occhi di chi non ragiona per partito preso, a poco meno di un anno dall’inchiesta “Metastasi”. Al già noto e indifendibile caso del sindaco di Lecco Virginio Brivio si aggiunge infatti un altro pezzo che riguarda la ragnatela di contatti tra Bodega, compagnia e Francesco Sorrentino. L’impressione è che un blocco del ceto politico locale dalle tinte sfumate -talvolta alleato, talvolta avversario (sulla carta)- non voglia mollare potere e influenza maturati negli anni sul territorio. E per farlo è concorde su un punto: offrire una proposta politica gattopardesca.

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