Il Bione, l’ATS e la piscina “non balneabile”
Dopo le precarie condizioni di sicurezza delle vetrate, l’assenza delle certificazioni necessarie per la prevenzione degli incendi, la mancanza delle autorizzazioni per l’agibilità dei locali, l’illegittimità delle proroghe per la sua gestione, il centro sportivo “Al Bione” di Lecco si ritrova oggi un’altra grana da affrontare. A fine gennaio di quest’anno, la piscina coperta del centro è stata infatti giudicata “non balneabile” dall’Agenzia di tutela della salute) della Brianza (ATS) per la presenza oltre soglia di un batterio.
Lo dimostra una lettera spedita dal Dipartimento di igiene e prevenzione sanitaria il 30 gennaio all’attenzione del Sindaco di Lecco, Virginio Brivio, e alla società che gestisce la struttura dal lontano 2007, la Sport Management. A firmarla è la responsabile del Servizio igiene e sanità pubblica (SISP), la dottoressa Rita Cattaneo. “In riferimento al prelievo effettuato il giorno 26 gennaio 2017 presso l’impianto […] -si legge nel documento- il laboratorio di Sanità pubblica dell’ATS della Brianza ha comunicato la presenza nella vasca coperta grande di: conta di pseudomonas aeruginosa”. Si tratterebbe di “batteri” “indice di contaminazione di origine umana” che -a detta dell’ATS- “devono essere assenti dalle acque di piscina”. La questione non è secondaria, tanto che l’Agenzia sottolinea che è “necessario provvedere immediatamente al fine di garantire la qualità dell’acqua”.
Diamo uno sguardo alle date. L’ATS effettua il sopralluogo che certifica la presenza del batterio giovedì 26 gennaio. Due giorni più tardi, come raccontato anche dalle cronache locali, il Bione ha ospitato la settima edizione del meeting “Team Nuoto Città di Lecco” (sabato 28 e domenica 29), facendo gareggiare in quella stessa vasca 800 atleti di 22 società sportive. La lettera del Dipartimento che dà conto delle “comunicazioni” sul batterio è del 30 gennaio, lunedì. Ipotizzando ottimisticamente che fino ad allora l’amministrazione e la società che gestisce il Centro non fossero a conoscenza del parere dell’ATS e della “non balneabilità” della piscina, ci chiediamo se e quando quell’intervento “necessario” abbia avuto luogo. Se fosse avvenuto dopo il 30 gennaio -l’ipotesi più probabile, vista la data della missiva di ATS- ci auguriamo che gli atleti che hanno gareggiato il 28 e il 29 ne siano stati debitamente informati.
Al netto delle responsabilità e in attesa di chiarimenti, ci pare sempre più evidente l’insensatezza della tesi “Il Bione deve restare aperto, senza se e senza ma”.
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